Radiogiornale

La versatilità della radio non conosce le regole del tempo. Oggi, come nell'ultimo secolo, è uno dei mezzi più efficaci per aggregare le persone anche di fronte a eventi distruttivi e annichilenti come i terremoti. L'altro giorno ad Amatrice è nata Radio Amatrice per dare voce agli sfollati sparpagliati per il Centro Italia. Un segnale di identità che passa attraverso il microfono di una emittente nata in pochi giorni e «on air» grazie al contributo di Radio Dolce Musica che ha messo a disposizione la propria frequenza Fm sui 99.100. E all'iniziativa hanno dato il proprio assenso anche importanti speaker di alcune radio nazionali, a dimostrazone di una coesione dell'ambiente che in altre realtà è assai difficile che ritrovare. Insomma, senza inciampare troppo nella retorica, da quelle scosse assassine sono germogliati eventi e sentimenti. Come sempre accade, da situazioni di totale disperazione nascono iniziative e progetti che rendono bene la forza di un popolo e la sua capacità reattiva. Anche se magari avrà una vista breve, Radio Amatrice è un segnale importante di quanto, con pochi mezzi e pochissimo tempo a disposizione, la radio riesca a essere vicina al proprio pubblico.

Tra ascoltatori ed emittente c'è quindi uno scambio continuo, un flusso in entrata e in uscita che non a caso conferma questo «medium» come il più capace di restare al passo con i tempi e con la cronaca, mantenendosi lontano dagli eccessi modaioli e rimanendo ancorato alla propria inevitabile ragione sociale di informare gli ascoltatori.

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