Radiogiornale

Certi programmi, nel loro piccolo, crescono. Capita a Non è un paese per giovani condotto dal lunedì al venerdì alle 12 da Giovanni Veronesi e Massimo Cervelli su Radio2. Un'ora e mezza che è riuscita a diventare un mondo a se stante, usando un linguaggio proprio e anticonformista sempre più attraente. L'obiettivo del programma è chiaro fin dal titolo: una critica costruttiva a un paese che non eccelle nel lanciare nuovi talenti, nuove idee e progetti con potenzialità innovative. La coppia di conduttori è sostanzialmente perfetta. Da una parte Massimo Cervelli, uomo di radio dalla grande esperienza e curiosità. E dall'altra Giovanni Veronesi, regista straconosciuto e irriverente che, al netto di certe posizioni politiche eccessivamente tranchant, ha una spiccata vena da osservatore e talent scout. Intorno a loro ruotano rubriche più o meno fisse, come quella di Adriano Panatta al lunedì, o quella di Margherita Buy sull'ansia e di Max Tortora con i suoi personaggi. E sfilano sempre signori ospiti, dal cantante di grido a Nicola Piovani, dall'attore emergente fino all'allenatore Zeman. In più ci sono appuntamenti fissi come La guerra dei Roses, con i divorzi fuori dalle righe di gente comune, e il provino di giovani attori e attrici davanti al cast e agli ospiti.

Insomma, Non è un paese per giovani è riuscito a fidelizzare i propri ascoltatori, diventando un punto di riferimento anche per le voci più underground o «di culto» che sono solitamente trascurate dalla grande radiofonia. Una bella idea che sta diventando ottima.

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