Giorgia al Quirinale sarebbe un passo avanti

Io l'ho sempre vista più a suo agio nei ruoli esecutivi, a maneggiare leve, non a fare inchini. Eppure non si può negare che avrebbe il profilo istituzionale giusto

Giorgia al Quirinale sarebbe un passo avanti
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Caro direttore Feltri,
che ne pensa di questo pettegolezzo che vorrebbe Giorgia Meloni al Quirinale nel 2029? Non le sembra un'ipotesi azzardata? Lei la vede bene come presidente della Repubblica?

Rosa De Bernardo

Cara Rosa,
azzardata? No, tutt'altro, piuttosto inevitabile. E dirò di più: suggestiva. Giorgia Meloni al Quirinale sarebbe l'ennesimo primato di una donna che, piaccia o no, ha riscritto la grammatica del potere in Italia. Leader dei conservatori europei, fondatrice e guida del primo partito del Paese per numero di consensi, unica premier donna nella storia della Repubblica, alla testa di uno degli esecutivi più longevi e stabili degli ultimi decenni, e non certo in tempi facili, elemento che non viene mai sottolineato. Che altro deve fare, forse cucinare, per dimostrare di essere adatta? Nel 2029, quando scadrà il secondo mandato di Sergio Mattarella, Meloni avrà 52 anni, quindi potrebbe ricoprire il ruolo. Sarebbe, in tal caso, tra i presidenti più giovani mai eletti. Ma l'età conta relativamente. Quello che conta è la statura. E lei, questa statura, se l'è costruita centimetro dopo centimetro, insulto dopo insulto, battaglia dopo battaglia. La chiamavano «pescivendola», la trattavano da fenomeno folkloristico, e oggi la vedono a Bruxelles come un interlocutore imprescindibile.

Ora, se mi si chiede se la vedo bene come capo dello Stato, rispondo: perché no? Certo, io l'ho sempre vista più a suo agio nei ruoli esecutivi, a maneggiare leve, non a fare inchini. Eppure non si può negare che avrebbe il profilo istituzionale giusto. Anzi, perfetto. È cresciuta dentro le istituzioni, sa come funzionano, conosce il cerimoniale e la sostanza. È concreta, asciutta, determinata. E, lasciatemelo dire, anche esteticamente sarebbe una bella novità: un presidente donna, sobrio ma autorevole, elegante senza fronzoli. Che non è un criterio politico, d'accordo. Ma dopo decenni di grigiore quirinalizio, anche l'occhio vuole la sua parte.

Che poi l'ipotesi venga da voci estive poco importa. In politica le indiscrezioni valgono quanto i programmi. E se davvero Giorgia Meloni decidesse di giocarsi quella carta, avrebbe tutte le credenziali per farlo. Ha dominato la scena per anni, ha resistito agli attacchi, ha costruito un partito personale che non si è sbriciolato appena è arrivata al governo.

E ha saputo, cosa rara, far convivere la fiamma tricolore con la prudenza istituzionale.

Se il Quirinale dovesse aprirsi a un profilo così, sarebbe una rivoluzione. E magari, per una volta, l'Italia sarebbe avanti, non indietro.

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