Cultura e Spettacoli

Radiogiornale - L'importanza di "Zapping" nel mare ansioso dell'informazione

In fondo c'è davvero bisogno di Zapping. Nel marasma quotidiano di notizie vere, false, ingigantite o pretestuose che agita ogni giornata c'è bisogno di un punto fermo, di un momento di riflessione che sia autorevole e, allo stesso tempo, ansiolitico, ossia capace di scremare l'ansia dell'informazione. E ogni pomeriggio della settimana Zapping (Radio1 dalle 18.30 circa) provvede a calibrare l'agenda della giornata dando il peso giusto a quanto abbiamo ascoltato o visto nelle ore precedenti. Zapping non annuncia, Zapping spiega. Senza dubbio la voce e lo stile di Giancarlo Loquenzi (foto), così precisi e così anni Cinquanta, rendono subito chiaro l'obiettivo del programma: rimanere lontano dalle polemichette e dalle tentazioni scandalistiche per mettere davvero a fuoco i problemi provando anche a darne una spiegazione. Forse Zapping non è nato per questo, ma adesso questo pare il suo obiettivo. Riuscito. Di certo quando all'inizio degli anni Novanta a Livio Zanetti venne l'idea di fare alla radio «l'informazione tv e non solo», il format non aveva proprio questi contorni. Ma i tempi e i termini di paragone cambiano. E così l'ascolto quotidiano di Zapping aiuta a dare il giusto peso ai macroproblemi dell'attualità. Aiuta grazie a ospiti di totale rilievo (ad esempio venerdì ha parlato il neo presidente della Cei, cardinale Matteo Maria Zuppi) grazie ai quali i termini di discussione sono sempre pacati e profondi. E aiuta perché il «focus» è sempre ben chiaro agli ospiti, che vanno al sodo evitando polemiche. Si parla di guerra? Zapping non invita un opinionista un tanto al chilo, ma un generale o un inviato speciale o un ambasciatore. E via così, argomento dopo argomento. Il ritmo è lento, le domande sono precise e il quadro complessivo che ne esce è che l'informazione dovrebbe essere sempre «informata per informare»

Ps.

: Funzionano benissimo anche le incursioni di Guia Soncini e Luca Bizzarri, ce ne fossero.

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