Cultura e Spettacoli

Alla radio frenetica manca la pacatezza brillante di Enrica Bonaccorti

In questo periodo alla radio italiana manca Enrica Bonaccorti

Alla radio frenetica manca la pacatezza brillante di Enrica Bonaccorti

In questo periodo alla radio italiana manca Enrica Bonaccorti. Il suo ultimo passaggio «stabile» è stato come ospite di MeAnziano YouTubers su Radio2 e da allora stop. Ma Enrica Bonaccorti (foto) ha tuttora una cifra artistica che si sposa alla perfezione con quella radio pacata e curiosa senza dubbio ricercata ancora da molti ascoltatori. Tra l'altro lei, a 72 anni, ha dimostrato freschezza creativa anche con gli ultimi romanzi (specialmente gli ultimi Il condominio e Condominio, addio! per Baldini+Castoldi). Questa attrice/scrittrice/autrice/conduttrice ha chiarito già tanto tempo fa di avere una predisposizione fortissima per la conduzione radiofonica vincendo nel 1975 il «Maschera d'argento» grazie a Per chi suona la campana? che aveva scritto e condotto in prima persona. Da allora, è stata tante volte dietro al microfono adattandosi al format quando lo trovava già pronto (come lo storico Chiamate Roma 3131 su Radio2) oppure portando una nuova chiave di lettura come ad esempio in Ipocrity Correct o nel completo e indovinatissimo Tornando a casa, sempre su Radio1. Insomma, conosce il mestiere. Ma non solo.

Il suo modo colloquiale ma colto e informato sembrava destinato a passare di moda con l'invasione della radio d'assalto, giocata sulla frenesia dei bpm e degli interventi sincopati. E invece è paradossalmente più necessario ora di prima. Bonaccorti è brillante, sa ascoltare, non soddisfa a tutti i costi il gusto della battuta e, soprattutto, ha un repertorio di interessi multigenerazionale. È un «podcast» vivente, se non altro perché, dal Plauto a teatro con Sandra Mondaini passando per le canzoni scritte per Domenico Modugno e per programmi che sono rimasti nella storia della tv (Italia Sera, Non è la Rai, ecc.), sa di che cosa parla e sa bene come farlo, anche in radio.

Perciò è un valore aggiunto del quale, a dirla tutta, oggi si sente la mancanza.

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