Ma Raiuno stecca con Elio «parruccato» e il volto tatuato

Pure alla Scala c'è Elio. Poco dopo aver ritirato l'Ambrogino d'Oro (e poco prima di Amedeo Minghi e del grande Sandro Cappelletto della «Stampa») ieri Elio delle Storie Tese è apparso su Raiuno di fianco a una Milly Carlucci sempre misurata e competente e a un divertente Antonio Di Bella. Era un intervallo dell'«Attila» di Verdi che battezzava la stagione della Scala. E il «mini talk» era ovviamente incentrato sulla messinscena, sulla resa di tenore e soprano, sul risultato della parte di opera fino a quel momento vista sul palco. E di Elio si può dire tutto tranne che non sia un musicista competente e appassionato di lirica e di opera. «Parlo, ma in realtà non sono da annoverare fra gli esperti», ha detto tempo fa con falsa modestia, la stessa che ieri sera lo ha portato a ironizzare con la Carlucci quando lo ha definito «quasi un cultore dell'opera». Elio se ne intende. E anche ieri sera lo ha confermato, parlando con garbo e ricordando ancora una volta giustamente che purtroppo «il grande pubblico quando pensa all'opera pensa al vecchiume». Però, mentre nel foyer passavano i vassoi con le tradizionali fette di panettone, l'unica stonatura era la sua «mise».

Elio non ha bisogno di mettersi una parrucca con un taglio alla Renato Zero o di tatuarsi un Pikachu sulla guancia sinistra per essere dissacrante o surreale. La sua forza dopo le Storie Tese è di essere credibile ovunque, non di sorprendere con il look.

Paolo Giordano

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