Ravenna celebra la storia di Mandela

«Ho camminato sulla lunga strada per la libertà», così il presidente del Sudafrica che ha dissolto l'apartheid, Nelson Mandela, definì la propria vita. Una storia che ora è diventata opera in musica: Mandela Trilogy, in scena al Teatro Alighieri di Ravenna dal 9 al 12 giugno. Nel mosaico sempre stimolante di Ravenna Festival, giunto alla XXVII edizione, approda la produzione originale dell'Opera di Cape Town (in buca suonano i musicisti dell'Orchestra Cherubini). Mandela Trilogy, musiche di Péter Louis van Dijk e Mike Campbell, si concentra su tre periodi della vita del «santo e peccatore» Madiba (il nome di Mandela nell'etnia nativa Xhosa): la giovinezza tribale nel segno della predestinazione («Mandela aveva sentito il suo capo tribù dire che i fiori del popolo Xhosa non sarebbero mai sbocciati finché avessero continuato a svolgere i lavori servili richiesti dai bianchi», precisa il librettista-regista Michael Williams); la vita nei ghetti anno Domini 1955 a ritmo jazzato («un musical ambientato nel cuore di Sophiatown, tra una sala cinematografica, uno spaccio clandestino e i campi polverosi di Kliptown»); carcere e liberazione, terza parte che «esplora le vicende di Mandela, rinchiuso per ventisette anni in tre prigioni sudafricane fino al rilascio nel 1990.

Al centro, il deteriorarsi del suo rapporto con la moglie Winnie e la lotta con la solitudine». Quando la musica canta la storia alta del nostro tempo, torna alle proprie radici, e compie una mediazione speciale, quella di avvicinare e conservare nel cuore della gente le gesta di un uomo illustre.

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