Un red carpet con tanti sconosciuti mentre al buffet si parla di politica

Manca Brad Pitt ma il décolleté di Isabella Ferrari colpisce tutti Passano i giurati, Virzì compreso. E Laurie Anderson versione punk

Un red carpet con tanti sconosciuti mentre al buffet si parla di politica

Mon Dieu, quest'anno il red carpet è un francese tapis rouge. Si inaugura la Mostra internazionale d'arte cinematografica, numero 76. Il film d'apertura è firmato dal giapponese Kore'eda ma girato in Francia con Juliette Binoche e Catherine Deneuve. In attesa della attrice alla quale il tempo ha regalato una eterna giovinezza, passa il resto della comitiva. Divi, sedicenti divi. Vip, sedicenti vip. Politici, sedicenti politici. La giuria al completo. Lo Stato maggiore della Biennale: Paolo Baratta, Alberto Barbera, la giuria. Milovan Farronato, curatore del Padiglione Italia alla Biennale Arte. Soprattutto la madrina Alessandra Mastronardi, la più bella, la più sorridente, l'unica attrice italiana che gira le serie tv di Netflix ma si ispira a Meryl Streep, ospite tra qualche giorno. E poi giornalisti, fotografi, imbucati assortiti. Stanghe con spaccature da brivido, un vero thriller, che nessuno all'apparenza conosce. Fusti muscolosi, che nessuno all'apparenza conosce. Spiegano i fotografi: «Modelli e modelle, quest'anno c'è pieno così, da impazzire». «Perché sono belli?» «No, perché so' scemi, te fanno sprecare un sacco de scatti».

Non c'è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ovvi motivi legati alla crisi di governo, c'è invece il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli. Tra i rappresentanti delle istituzioni il Sindaco di Venezia nonché vicepresidente della Biennale, Luigi Brugnaro.

Passano tutti i giurati impegnati nelle diverse sezioni della Mostra, compreso Paolo Virzì, unico italiano nella giuria del concorso principale. Laurie Anderson punkettona.

Il popolo del cinema assiepato dietro alle transenne invoca Brad, Brad Pitt. L'attore è già Venezia ma non ha mostrato il naso fuori dall'hotel Excelsior. Pare ci sia già anche Scarlett Johansson ma nessuno l'ha vista. Nutrita la pattuglia italiana. Sfilano Toni Servillo di bianco vestito, Luca Barbareschi con la kippah, Valeria Golino in forma smagliante, una radiosa Sandra Milo, Isabella Ferrari con scollatura non fotoscioppata e molti altri volti noti del cinema italiano.

E poi arriva lei, Catherine Deneuve. Ad ogni passo sembra che dica «Oui, je suis Catherine Deneuve» ma senza tirarsela, essere una diva le viene spontaneo, a meno che non stia recitando, in tal caso Coppa Volpi per la miglior interpretazione a prescindere dal film. Finisce il tapis rouge più caldo e sudato di tutti i tempi, sopra i 40 gradi.

Dopo la cerimonia d'inaugurazione e la proiezione de La vérité, festa sulla spiaggia dell'Hotel Excelsior. Si discute di arte tra il salmone selvaggio marinato alle erbe e il filetto d'orata cotto sulla pelle. Si discute di cinema, mentre si assapora tra il giardino croccante di verdure alla catalana e il finger dessert.

E dopo aver bevuto con la dovuta moderazione Moët Impérial, Campari Spritz, Campari Americano, Campari Negroni e soprattutto Campari Red Carpet si parla di politica e del nuovo governo. Per fortuna parte la musica. Prosit.

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