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Riflessivo e freudiano. James Bond diventa una spia antimoderna

Il regista Sam Mendes in questo nuovo capitolo della saga alza l'asticella e introduce temi alti. Senza sacrificare l'azione

Riflessivo e freudiano. James Bond diventa  una spia antimoderna

da Roma

Ma quanto è spectr-acolare l'atteso Spectre (dal 5 novembre) di Sam Mendes, con Daniel Craig alla sua quarta interpretazione di James Bond? Molto. A partire dalla sigla di testa - una piovra nera su una cascata d'oro fuso - che da sola vale le due ore e mezza di questo racconto teso, pieno di bolidi, lusso e modernità. Perché non era facile bissare il successo di Skyfall (2012), un miliardo di dollari incassati, insieme al gradimento di pubblico e critica. A una certa età la saga bondiana conta ormai 53 anni non è facile rinnovarsi, ma qui il suo creatore Ian Fleming sarebbe contento: il personaggio di 007 aderisce ai suoi dettami letterari, forse più dei precedenti. Tra gadgets sfiziosi, luoghi esotici e una nuova Aston Martin, corre una piacevole vena di umorismo inglese, come quando Bond, pistola in mano, interroga un topolino: «Chi sei tu? Chi ti manda?».Nei primi dieci minuti, le scene più emozionanti: siamo subito a Città del Messico, nel Giorno dei Morti. Pronto a esplodere, compresso nella fisicità atletica di Craig, 007 elimina il mafioso Marco Sciarra, tipino che brinda alla morte. Dopo, lo vediamo duellare a bordo di un elicottero, che volteggia pericolosamente sulla folla. Ma il nostro tirerà la cloche giusto in tempo. Non abbastanza, però: aver messo in pericolo la sua operazione segreta, lo farà escludere dalle operazioni dell'intelligence di Sua Maestà britannica.Meno male che 007, ricordando un vecchio consiglio di M, vola a Roma, al funerale di Sciarra, dove Lucia, la bella vedova del boss (Monica Bellucci, sacrificata in una parte da pochi minuti) gli rivela il segreto che lui cerca. E nella Città Eterna si svolge un duello tra l'Aston DB10 di James e la Jaguar C-X75 del brutto ceffo che vuole eliminarlo: dramma e dinamismo sotto il Cupolone e lungo le rive del Tevere, mai così linde (la produzione ha ripulito le normalmente luride spallette lungofiume).Mendes alza l'asticella e dà una svolta globale al film, che presenta l'angoscioso tema della sorveglianza mondiale: se i servizi segreti internazionali devono fondersi, come si sente dire M (Ralph Fiennes), ha ancora senso un uomo solo a sparare e a proteggere i Paesi? Che cosa può Bond, rispetto a «Nine Eyes», i Nove Occhi del sistema di sorveglianza globale? Sistema che nessuno ha eletto... E qui s'innesta la discussione sui droni, che archiviano Moneypenny, il Martini con le olive e tutto l'ambaradam bondiano.«Il mio film, fiammeggiante e romantico, parla delle erosioni delle libertà civili. Nei vecchi Bond, era chiaro che 007 lavorava dalla parte dei buoni. E se dietro le quinte di Skyfall c'era Assange e WikiLeaks, oggi dietro Spectre c'è l'opinione pubblica. Che pensa che i servizi segreti spiino noi, per primi», spiega Mendes, reduce dall'anteprima reale di due giorni fa, a Londra, con il cast al cospetto della Royal Family al Royal Albert Hall: pare che la moglie del principe William, Kate Middleton, in abito trasparente, abbia rubato la scena alla Bellucci e all'altra Bond-girl, Léa Seydoux, insipida nel ruolo di Madeleine, l'ultimo amore di Bond.Daniel Craig, più sexy e sofisticato, riscrive il mito di 007 dentro una miscellanea del meglio di Bond: combattimenti estremi, sedili auto espellenti e smoking color avorio che fa anni Sessanta. Siccome è anche co-produttore, ha messo becco nella scelta di lady Bond, splendida cinquantenne e nell'approccio all'universo femminile, che non è più quello delle geishe prone a Sean Connery come in Si vive solo due volte (1967). «Ho avuto un cast, artistico e tecnico, davvero eccellente: una fortuna. Il mio Bond si scontra con personaggi suoi pari, che spingono anche il suo, di personaggio. Questo è il film che vorrei rifare, ancora. È stato interessante potermi concentrare sul lato introspettivo, anche se non volevo diventare freudiano», scherza Craig, che smonta l'archetipo del maschio occidentale dominante.

Magari ci voleva un approfondimento dei personaggi (dal nulla spunta Franz, il fratello cattivo, cioè Christoph Waltz), ma il tutto risulta così rutilante, tra il Marocco e il deserto, che l'éra Craig continua: l'attore ha firmato per il quinto 007, mentre Monica Bellucci spegne le polemiche per essere stata sottoutilizzata.«Spero che Barbara Broccoli mi voglia ancora», sorride lei, sbattuta su uno specchio da Bond soltanto per la soffiata giusta.

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