Il ritorno della Maggioni "Non c'è solo il Covid. Ecco le mie Sette storie"

Un ambizioso (e costoso) format per la giornalista. Prima puntata così così. Ma la Rai ci scommette...

Il ritorno della Maggioni "Non c'è solo il Covid. Ecco le mie Sette storie"

Il ritorno al giornalismo di Monica Maggioni? Non una retrocessione, per l'ex presidente della Rai. Ma, semmai, «una scelta di vita». E neppure un progettino imbastito alla bell'e meglio, svicolando come si poteva fra le limitazioni dell'emergenza Covid. Ma l'ambizioso progetto di uno «svecchiamento del linguaggio giornalistico televisivo». Dopo meno di un anno passato al più alto dei piani alti di viale Mazzini, avrà forse tirato un sospiro di sollievo, la giornalista che con Sette Storie (ogni lunedì in seconda serata su Raiuno) è ridiscesa al primo, intramontabile amore. «Mentre mai nella mia vita avrei pensato di fare il presidente della Rai commenta lei - fin da bambina ho sognato di diventare giornalista. Questo rientro è dunque per me un ritorno alla natura di quel che ho sempre desiderato essere». Con una formula (apparentemente) semplice: «Trattare quei temi che l'emergenza Coronavirus aveva spinto nell'angolo, e ci aveva impedito di approfondire come invece meritano».

Così dopo la puntata d'esordio dedicata al suprematismo americano, lunedì prossimo si tratterà di cambiamento climatico come di «una pandemia slow-motion», per fare il punto «su ciò che si sta facendo, su ciò che ognuno di noi può fare, assieme a protagonisti capaci di offrire del problema una visione non scontata». Gli argomenti successivi, promette la giornalista, saranno sempre molto diversi fra loro ma tutti indagati attraverso lo stesso linguaggio: «nei loro aspetti più inediti e più controversi, con una qualità dell'immagine che restituisca la realtà ed una cura estetica che tenda al contemporaneo, evitando, per quanto possibile, il già visto o già sentito». Non la spaventano gli impedimenti che l'emergenza sanitaria fatalmente impone: «Certo, le inchieste on the road attualmente sono limitate. Per la puntata americana non ho potuto neppure recarmi in loco: avrei rischiato di rimanerci sei mesi. Ma tutto questo stimola fantasia, creatività, impegno». Qualità di cui, secondo il direttore di rete, la Maggioni può ampiamente vantarsi: «giornalista vera» la definisce Stefano Coletta. Il quale punta diritto a precise ambizioni: «Con una come la Maggioni avremmo potuto fare un qualsiasi talk sul Covid. Ma Raiuno merita altro, che un ulteriore abusato dibattito, che si aggiunga a quelli che già imperversano su tutte le reti generaliste. Questo programma d'inchieste, con i nuovi temi che affronterà, perfino con le sue nuove scelte estetiche, sarà il fiore all'occhiello di tutto ciò che Raiuno andrà a fare». E se davanti alle perplessità che la rentrée risulti ambiziosa non solo negli obbiettivi ma anche nei costi (un milione e mezzo di euro, si vocifera, per 40 puntate fra estive ed autunnali) e che con lei si profili un secondo «caso Fazio», la Maggioni se la cava con una battuta - «Secondo caso Fazio? Magari!» - il direttore è più drastico. «I costi di Sette Storie sono esattamente in linea con quelli dei progetti di seconda serata per Raiuno. L'investimento fatto su questo programma è molto forte perché esso rappresenta un forte cambiamento». Che per ora, però, non ha trovato forti ascolti nella puntata d'esordio, lunedì scorso. Vogliamo fare un prodotto che esplori terreni inconsueti? Questo richiede un tempo di costruzione nel rapporto col pubblico argomenta la Maggioni- Anche quand'ero presidente, ai giornalisti che chiedevano perché la Rai ottiene lentamente risultati nel suo fare servizio pubblico, io rispondevo: questo richiede tempo».

E Coletta, al solito più pragmatico, «la confezione di Sette Storie non è fatta per strizzare l'occhietto agli ascolti taglia corto- D'altra parte, fare oltre l'otto per cento in una serata difficile come quella di lunedì scorso, dominata dai ricordi su Ennio Morricone, è in linea con la seconda serata di Raiuno, e segno di vitalità. Vedrete: questo programma crescerà».

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