Cultura e Spettacoli

"Ero autolesionista. Così gestivo il mio dolore"

L'attrice ha svelato di avere vissuto un periodo della sua vita dove l'autolesionismo era l'unica via di scampo alla sofferenza: "Gestire il dolore che mi infliggevo mi faceva sembrare tutto più facile"

La rivelazione choc di Nancy Brilli: "Ero autolesionista. Così gestivo il mio dolore"

Non è stata un'infanzia facile quella di Nancy Brilli. La madre morta troppo presto. Il padre assente. La nonna paterna che l'ha cresciuta nell'indifferenza, isolandola dal mondo esterno. Un passato duro e doloroso del quale l'attrice ha parlato nel corso dell'ultima intervista rilasciata a Verissimo, dove ha fatto rivelazioni scioccanti sul periodo autolesionista, che ha vissuto in gioventù.

"Non è bello da evocare, ma può servire", ha confessato Nancy Brilli, ricordando le ferite che si infliggeva anni fa per riuscire a sopportare altri tipi di dolore. L'attrice è andata a ritroso nella memoria ricordando la prematura scomparsa della madre e l'assenza del padre, troppo preso a "sopravvivere" dedicandosi al lavoro. È però parlando della nonna paterna, Isolina, che la Brilli ha rivelato quanto sia stato difficile crescere. "Sono cresciuta con lei ma non le ero simpatica. Non amava le donne, per lei le altre erano nemiche. Stavo sola, non voleva che stessi con nessuno. Una sola amica poteva venire a casa, le altre no. Era una prigione", ha confessato l'artista a Silvia Toffanin.

Un periodo difficile che l'ha segnata profondamente e che l'ha portata verso l'autolesionismo. Provocarsi dolore fisico intenzionalmente le appariva l'unico modo per potere gestire emozioni, che non era in grado di controllare: "Per un certo periodo della mia vita sono stata autolesionista. Non potendo decidere da che parte andare, come controllare le mie emozioni e il mio dolore, lo proiettavo, lo spostavo su qualcosa che potevo gestire io".

L'illusione del controllo l'ha portata a procurarsi ferite e lesioni per molto tempo: "Gestendo il dolore e la sofferenza delle ferite che mi infliggevo, mi sembrava tutto più facile. Una persona che si fa del male non sente dolore dopo un po'". A Verissimo, Nancy Brilli ha svelato di avere riconosciuto tardi i segnali del suo disturbo patologico e di essersi affidata alle letture e alla psicanalisi grazie all'incontro con una donna e con una suora, divenute poi sue amiche.

L'attrice, consapevole che l'autolesionismo è oggi una delle pratiche più diffuse tra adolescenti e giovanissimi, ha inviato un messaggio forte: "Ci sono troppi ragazzi che praticano l'autolesionismo e lo sottovalutano. Mi sento di dire loro di cercare qualcuno che li aiuti. Ci sono tante possibilità, anche quando ti sembra di essere assolutamente solo".

Lei sola non si è più sentita, ma non ha nascosto di essere ricaduta nel limbo dell'autodistruzione anni dopo al percorso di cura intrapreso, ma di essere riuscita a gestirlo ancora una volta e di essersi liberata di quel "mostro".

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