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Robin Williams: dopo la sua morte sono cresciuti i suicidi

Negli Stati Uniti i suicidi sono aumentati del 10% dopo la morte di Robin Williams: è quanto rivela uno studio, sottolineando l'effetto imitazione dovuto all'era digitale

Robin Williams: dopo la sua morte sono cresciuti i suicidi

I fan di tutto il mondo sono rimasti scioccati quando, nel 2014, Robin William si è tolto la vita. Una tragedia che ha certamente colpito l'opinione pubblica, tanto da influire sul tasso di suicidi negli Stati Uniti: sono cresciuti del 10%, quasi 2.000 in più in poche settimane, come evidenziato da uno studio pubblicato sulla rivista PLOS One.

Nello specifico, pare che nei cinque mesi successivi al suicidio dell'attore, altre 2.000 persone abbiano scelto la stessa strada, emulandone anche le modalità: il tasso di decesso per soffocamento è aumentato del 32%, lo stesso metodo scelto dall'amato protagonista di "Mrs. Doubtfire" e "L'attimo fuggente".

Secondo l'autore principale della ricerca, David S. Fink, "questo è il primo studio che esamina le conseguenze del suicidio di una celebrità nell'era digitale": il modo con cui una tragedia del genere viene riportata dai media, sociali e non, può effettivamente contribuire ad aumentare l'effetto imitazione. Nell'era di Internet, leggere e sentire che un personaggio pubblico si è tolto la vita può essere fatale: i dettagliatissimi resoconti della stampa, secondo gli esperti, potrebbero aver stimolato persone ad alto rischio, "uomini di mezza età disperati, a passare dall'idea suicida al tentativo".

Chiaramente, non è possibile avere una conferma che l'azione dell'attore sia stata effettivamente responsabile di tale incremento di suicidi ma, secondo i ricercatori, "dato che Robin Williams era una persona così amata pubblicamente, il suo suicidio ha ricevuto molta attenzione: ciò potrebbe aver aumentato il rischio altre persone abbiano tentato di togliersi la vita".

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