Roman Coppola racconta l'amore perduto

Una medicina rigenerante. È quanto si può pensare del film di Roman Coppola A glimpse inside the mind of Charles Swann III in concorso alla Festa del cinema di Roma. Il regista, qui alla seconda prova dopo il debutto nel 2001 al Festival di Cannes con CQ, propone una commedia dove si ribalta, ancor prima di canoni e cliché, il punto di vista del narratore. È infatti la storia di un doloroso abbandono, insomma della classica crisi di un uomo maturo mollato dalla donna, vista con occhi quasi adolescenziali.
Il protagonista (un efficace Charlie Sheen) è un grafico eccentrico ma di successo, con un indiscutibile charme che gli rende facile ogni cosa (e soprattutto le relazioni con le donne). Il giorno che l'amata Ivonne (Katheryn Winnick) lo lascia definitivamente, Charles inizia una sorta di auto-analisi con la complicità di amici e parenti. Per capire cosa è successo ma soprattutto per scoprire come andare avanti. Coppola sceglie una cifra parzialmente surreale, marcando soprattutto i colori e le ambientazioni (siamo nella California degli anni Settanta), con brevi intermezzi musical-cabarettistici con i quali esplicitare le incursioni nel mondo onirico del protagonista. Il tutto con una sapida leggerezza e con un tocco davvero felice. D'altronde la genetica è una scienza; e nella sua famiglia (come ci ricorda Wikipedia) si contano ben 23 nomination agli Oscar e 9 statuette. Il merito, però, non va solo alle origini familiari.

Nel film si sente pure l'influenza di Wes Anderson, con il quale Coppola ha più volte collaborato (Il treno per Darjeeling e Una fuga d'amore). E un grande aiuto arriva anche dagli interpreti. Da ricordare, oltre ai già citati, Patricia Arquette, Bill Murray e Jason Schwartzman (altro membro della grande famiglia Coppola).

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