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Sabrina Paravicini inizia la radioterapia: "Non è una passeggiata"

Sabrina Paravicini, recentemente operata per un tumore al seno, ha iniziato la radioterapia: il racconto dell'attrice sui social

Sabrina Paravicini inizia la radioterapia: "Non è una passeggiata"

L’attrice Sabrina Paravicini ha deciso di raccontare la sua lunga battaglia contro il cancro al seno sui social e, ora che ha iniziato la radioterapia, ha voluto condividere con gli utenti della rete sensazioni e stati d’animo.

La Paravicini, che non ha mai nascosto di essere malata, ha sempre affrontato questa battaglia contro il tumore con il sorriso sulle labbra, forza e tenacia, e il figlio Nino, che le è stato accanto in ospedale e in ogni momento di questo calvario. È stato il piccolo ad infondere forza e coraggio alla madre ed è proprio per lui che Sabrina ha lottato con tutte le sue forze. Ora, dopo l’operazione – della quale ha condiviso anche le cicatrici – e un po’ di riabilitazione, per l’attrice è iniziato il percorso della radioterapia.

Con un post pubblicato sul suo profilo Instagram, l’ex interprete di Un medico in famiglia ha raccontato questa nuova fase che, si spera, la condurrà verso la guarigione. “Questa è la sala d’attesa che mi ospiterà per le prossime 5 settimane – ha esordito Sabrina Paravicini mostrando ai follower alcuni dettagli di quella stanza - .Ho iniziato ieri la radioterapia. Ti bombardano di radiazioni nei punti dove c’era la lesione tumorale. Nel mio caso seno sinistro, clavicola e ascella. Questo bombardamento di radiazioni distrugge i globuli bianchi e quindi provoca stanchezza. In effetti ieri mi sono messa a letto e mi sentivo come se avessi passato ore e ore in spiaggia”.

Sabrina, quindi, è scesa nei dettagli di questa cura. “Si deve mettere molta crema per evitare le ustioni sulla pelle. Insomma non è una passeggiata – ha continuato a scrivere sui social, rivelando di aver incontrato in quella stanza anche un bimbo affetto da un brutto male - .Mi hanno detto di aspettare perché c’era un paziente del pediatrico. Quando è uscito ho avuto un tuffo al cuore. Avrà avuto 14 anni, rasato, alto come il padre che lo accompagnava. Vestiti quasi uguali. L’ho salutato e sono entrata. Le lacrime agli occhi”. “Mi sono spogliata e mi sono attaccata al manubrio della macchina mentre mi sistemavano – ha concluso lei - .'Deve stare immobile, siamo precisi al millimetro'. Allora divento di porcellana, le mani si incollano al manubrio. Trattengo il respiro. Resterò immobile per venti minuti. Si comincia. Dopo passo in oncologia per il farmaco monoclonale. Un’iniezione nella gamba che dura 5 minuti.

Cinque interminabili minuti”.

RADIOTERAPIA Questa è la sala d’attesa che mi ospiterà per le prossime 5 settimane. Ho iniziato ieri la radioterapia. Ti bombardano di radiazioni nei punti dove c’era la lesione tumorale. Nel mio caso seno sinistro, clavicola e ascella. Questo bombardamento di radiazioni distrugge i globuli bianchi e quindi provoca stanchezza. In effetti ieri mi sono messa a letto e mi sentivo come se avessi passato ore e ore in spiaggia. Si deve mettere molta crema per evitare le ustioni sulla pelle. Insomma non è una passeggiata. Mi hanno detto di aspettare perché c’era un paziente del pediatrico. Quando è uscito ho avuto un tuffo al cuore. Avrà avuto 14 anni, rasato, alto come il padre che lo accompagnava. Vestiti quasi uguali. L’ho salutato e sono entrata. Le lacrime agli occhi. Mi sono spogliata e mi sono attaccata al manubrio della macchina mentre mi sistemavano. “Deve stare immobile, siamo precisi al millimetro” allora divento di porcellana, le mani si incollano al manubrio. Trattengo il respiro. Resterò immobile per venti minuti. Si comincia. Dopo passo in oncologia per il farmaco monoclonale. Un’iniezione nella gamba che dura 5 minuti. Cinque interminabili minuti. #finoaquituttobene

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