Dopo le 20mila presenze dichiarate ai giorno di apertura e un sabato da record con oltre 35mila visitatori, il Salone Internazionale del Libro di Torino, trentunesima edizione chiude i battenti con grande soddisfazione: il gioco di squadra, su cui l'organizzazione insiste, ha permesso ai biglietti staccati di raggiungere la cifra di 144.386 contro i 143.815 dello scorso anno. Giusto giusto 500 persone in più... A parte le polemiche degli editori «confinati» al padiglione 4, dunque (e per il prossimo anno si promette più spazio), un raggio di sole su Torino dopo i ripetuti diluvi del fine settimana squarcia il cielo di una chiusura dai numeri eccezionali.
Raggianti gli organizzatori insieme a Comune di Torino e Regione Piemonte: «Siamo felici di come è andata», ha spiegato Massimo Bray, presidente del Salone del Libro. Mentre Nicola Lagioia, direttore del Salone, ha ribattuto: «Il Salone ha centrato l'obiettivo. Certo il progetto culturale si può sempre migliorare, ma quella del 2018 è stata una prova di maturità». Inevitabile il confronto con Milano, su cui Torino ha di nuovo chiuso in vantaggio: «Il Salone ha dimostrato di essere forte senza avere bisogno di un nemico», è il commento di Lagioia. «Dobbiamo ringraziare i dipendenti, i consulenti e chi ha svolto questo ruolo con passione. Sta a noi dare le risposte che loro attendono nei tempi doverosi», sostiene di rinforzo Massimo Bray. «Il Salone è diventato un grande progetto culturale, un grande laboratorio di idee e contenuti. La città lo ha capito. Gli editori indipendenti hanno scritto con noi, in particolare con Nicola, il programma di quest'anno. Per me è un bene comune della Città, i beni comuni vanno tutelati, come dice la Costituzione. Una parte delle risposte alle cinque domande che ci erano state poste dagli intellettuali agli organizzatori del Salone».
Squadra che vince non si cambia: l'Amministrazione comunale e Regione Piemonte firmeranno presto una convenzione per affidare alla Fondazione per la Cultura di Torino la gestione dell'evento 2019, che si svolgerà dal 9 al 13 maggio 2019. Il marchio del Salone rimane pubblico e così il vertice. L'Assessore alla Cultura della Regione, Antonella Parigi, rimane dell'idea che il Salone non sia replicabile altrove, nonostante le «Ricadute economiche per circa 30 milioni di euro... Nessuno potrà mai portarci via il Salone perché è parte della nostra comunità».
I conti dell'amministrazione rimangono comunque in rosso e la preoccupazione per il futuro della manifestazione non cala, tanto che l'Assessore Parigi ribatte che vanno tutelati i dipendenti della vecchia Fondazione, i creditori e il marchio, proprio come si fa nelle situazioni di emergenza.
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