Cultura e Spettacoli

Salone di Torino, ombre rosa sul dopo Lagioia

Salone di Torino, ombre rosa sul dopo Lagioia

Giovedì comincia il Salone del Libro di Torino 2022, a distanza di soli sette mesi - causa pandemie varie - dall'ultimo appuntamento al Lingotto, lo scorso ottobre. Vorremmo che ce ne fosse uno ogni sei mesi...

Direttore del super evento è Nicola Lagioia, in sella dal 2017. È il suo ultimo anno monarchico. Nel 2023 guiderà il Salone - in una sorta di diarchia provvisoria - affiancando un nuovo direttore editoriale, per poi lasciarlo solo al comando dal 2024. L'uscente che accompagna l'entrante. E chi sarà l'entrante? La maggioranza (nemmeno l'unanimità) del comitato editoriale del Salone del Libro ha proposto come futuro direttore Loredana Lipperini, scrittrice, giornalista di RadioTre, giro romano, giro Murgia, giro RaiTre, portata nella squadra del Salone proprio da Lagioia. In bocca al lupo!

Ovviamente per ora si tratta di una indicazione. Poi deciderà la politica. Che significa: Comune di Torino e Regione Piemonte. Il sindaco, Stefano Lo Russo, non potrà che essere felice di vedere il Salone ancora una volta infilarsi nel solco Democratico, inteso come partito, cioè il suo. Mentre il governatore, Alberto Cirio, Forza Italia, lo sarà ancora di più: del tutto indifferente alla politica culturale, e anzi ben contento di lasciare decidere le cariche alla Sinistra, non si accorgerà nemmeno che a guidare il Lingotto sarà una giornalista dallo specchiato curriculum l'Unità-L'Espresso-La Repubblica-Fahrenheit-Cesare Battisti. Peccato che Christian Raimo si sia fatto fuori da solo tre anni fa con la famosa lista di proscrizione anti-Altaforte; se no sarebbe stato perfetto. Ma non disperiamo. Ci sarebbe anche Tomaso Montanari. Perché no?

Comunque la Lipperini va benissimo. È anche donna. E sappiamo quanto conti la cosa, oggi.

A proposito. L'altro ieri si è saputo che il nuovo direttore di «Più libri più liberi», la fiera della piccola e media editoria di Roma, dal 2023 sarà un'altra donna. Chiara Valerio. Giro romano, giro Murgia, giro Repubblica-RaiTre... In bocca al lupo anche a lei!

Che poi: è verissimo quando si dice che a destra non ci sono intellettuali all'altezza di certe poltrone. Ma altrettanto vero che a sinistra le occupano sempre le stesse tre-quattro persone.

Comunque Chiara Valerio è la scrittrice - già vicina al clan romano-torinese einaudiano di Lagioia - che accettò di guidare, contro i suoi amici del Lingotto, il Salone del Libro di Milano, poi lo portò a schiantarsi dopo un anno, rientrò subito perdonata nel giro torinese-romano, e giustamente (come capita nel giornalismo ai direttori peggiori che azzoppano i loro giornali) è stata premiata con un nuovo più prestigioso incarico. Ah, dimenticavamo. A nominarla è stato Ricardo Franco Levi, presidente Aie, quello che voleva asfaltare il Salone di Torino con il nuovo salone di Milano, restò asfaltato lui, e invece di dimettersi è stato subito rinominato. Giovedì sarà come sempre all'inaugurazione al Lingotto.

In bocca al lupo anche a lui.

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