Cultura e Spettacoli

Sanremo, le pagelle di Paolo Giordano

Il giudizio del nostro critico musicale

Sanremo, le pagelle di Paolo Giordano

FRANCESCO RENGA: Prima dimostra che la voce, quella, non passa mai di moda. Poi canta il brano che non passerà (la ballata virtuosa A un isolato da te). E' con Vivendo adesso, scritta da Elisa, che un Francesco Renga più capellone del solito se ne va tranquillo in finale con i galloni del favorito.

GIULIANO PALMA: ll profumo del passato. La nostalgia. Guliano Palma prima è in modalità Nina Zilli (autrice di Così lontano). Poi è molto "bluebeaters" con 'Un bacio crudele', che però non è poi così diversa. C'è l'Italia del boom, la musica e soprattutto l'atmosfera sono quelle. Ma l'esito non è altrettanto scoppiettante. Passa 'Così lontano' con il 58 per cento ma la carica è comunque a corta gittata.

NOEMI: Taglio di capelli molto british, abito molto Nilla (Pizzi), Noemi canta a modo suo Un uomo è un albero giusto per arrotare la voce. Occhio a lei perché sta crescendo come si deve, ossia senza cittadinanza. E in 'Bagnati da sole' si capisce che ha imparato a mescolare bene le proprie influenze. Difatti passa questo brano con il 66 per cento dei voti.

RENZO RUBINO: Smentisce la tendenza e porta in finale il primo brano interpretato, Ora. Il secondo, che si intitola Per sempre e poi basta, forse più furbetto, rimane invece nelle retrovie. Renzo Rubino è un clamoroso animale da palco e un virtuoso dell'improvvisazione. Non vincerà il Festival. Ma si gioca un grande futuro.

RON: La classe non è acqua e difatti Ron si prende un applauso a scena aperta mentre canta Un abbraccio unico. autentico virtuosismo vocale ed emotivo. E quando in 'Sing in the rain', prende l'acustica è il Ron di sempre, abbarbicato su di un testo riuscito. Malinconico e capocomico. Difatti passa questa (giustamente).

CLAUDIO BAGLIONI: Uno così spiega il Festival meglio di tutti anche se non è andato in gara nemmeno una volta. Quando il Divo Claudio in veste di superospite attacca la cinquina meravigliosa (Questo piccolo grande amore/E tu/ Strada facendo/ Avrai/ Mille giorni di te e di me) l'effetto è identico sia all'Ariston che in sala stampa che a casa: attenzione commossa. Un pezzo della musica leggera italiana. Piaccia o no, Baglioni stavolta ha vinto il Festival senza essersi neanche iscritto. Vittoria honoris causa. E battimani e cori ovunque.

RICCARDO SINIGALLIA: Grande autore, interprete personale. La voce di Riccardo Sinigallia, venata di malinconia, da sola colora le canzoni. Ne ha scritte tante per Max Gazzé e Tiromancino. Stavolta gioca in prima persona. 'Prima di andare via' è al suo standard abituale. Invece 'Una rigenerazione' è molto di più. Arrangiamento più incalzante, atmosfera quasi battistiana, anni Settanta in pieno. A sorpresa va in finale con 'Prima di andare via'.

FRANCESCO SARCINA La sua grande scommessa dopo aver messo tra parentesi Le Vibrazioni. Il nuovo volto di Francesco Sarcina. Interpreta 'Nel tuo sorriso' prima in punta di piedi poi ci si cala dentro alla perfezione. Ma è 'In questa città' che libera il vero lato di questo guascone del poprock: passionale e un po' vintage. Ma (purtroppo) passa il primo brano.

Addirittura con il 71 per cento dei voti.

Commenti