Cultura e Spettacoli

Ma Sanremo si conferma molto più "euro"

Scordatevi i Maneskin. Se l'effetto della loro vittoria all'Eurovision 2021 produce parodie come i brani di Bulgaria e Danimarca, allora vuol dire che gli italiani lo fanno meglio, almeno parlando di rock

Ma Sanremo si conferma  molto più "euro"

Scordatevi i Maneskin. Se l'effetto della loro vittoria all'Eurovision 2021 produce parodie come i brani di Bulgaria e Danimarca, allora vuol dire che gli italiani lo fanno meglio, almeno parlando di rock. E fosse solo questo: il livello musicale dell'Eurovision Song Contest è di poco superiore alla prima fase di un qualsiasi casting. D'accordo lo show, che è colossale, ha un ritmo frenetico e una durata umana, altro che corsi di sopravvivenza notturna come tante prime serate italiane. Ma la musica per favore. Intention dei bulgari Intelligent Music Project (un nome meno spocchioso no?) è la brutta copia del peggio degli Europe o dell'hair metal più ciclostilato e dimenticato. E The show dei danesi Reddi è scomposta come l'ultima canzone a una festa molto alcolica di fine anno scolastico. Una volta (2006) c'erano i finlandesi Lordi che almeno proponevano trash sublime suonando hard rock travestiti da mostri. Ora ci sono i norvegesi Subwoolfer (banale calembour tra subwoofer e wolf, lupo) che sono travestiti come i Simpson nel Bar di Guerre Stellari.

Insomma, musicalmente la qualità media è così poco significativa che, possiamo dirlo?, gli ultimi Festival di Sanremo sono stati due spanne avanti per curiosità sonora e tessitura melodica, come non a caso dimostra Brividi di Mahmood e Blanco. Per capirci, melodie come quelle di Musica leggerissima di Colapesce e Dimartino o Fai rumore di Diodato sono nettamente sulla corsia di sorpasso rispetto alla velocità media, o inferiore alla media, dell'evanescente Disko dei giovanissimi sloveni Lps oppure dei Zdob si Zdub con Fratii Advahov che sono in gara con una Trenuletul che è difficile da capire fuori dai confini della Moldavia. Non a caso, al di là del valore ecumenico e degli smisurati dati d'ascolto, il vero problema dell'Eurovision è di provare a essere non solo «vision» ma anche «audio» lanciando suoni capaci di dominare a lungo lo streaming globale (con le dovute eccezioni come De diepte dell'olandese S10).

Ovvio, quest'anno ci sono gli ucraini Kalush di Stefania, curioso esperimento di rap, folklore e assoli di flauto che ora è fuori gara: in sé il brano non ha il passo internazionale ma in questo momento è il suono di un popolo aggredito e sanguinante, quindi simbolicamente vittorioso fuori gara. Se vinceranno loro, il verdetto non sarà musicale.

Ma se vincerà la musica, a occhio e croce c'è poco da festeggiare.

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