«Gli scandali sul palco? Immancabili, come me»

nostro inviato a Sanremo

Lui, figuriamoci, voleva venire in gara, come nelle precedenti sedici volte. E, invece, questa volta è stato invitato come un simbolo della tradizione, della canzone che piace a un pubblico più maturo. In gara la musica «contemporanea» come la chiama Fazio, a fine serata gli omaggi per non scontentare una certa parte di spettatori «nostalgici». Ma Al Bano non si scompone, ne ha viste tante nella vita. «Ho 70 anni, se mi celebrano che male c'è.... Sanremo è il mio tallone d'Achille, non riesco a farne a meno, è il mio primo amore, quello dove ho visto nascere il mio futuro, mi sento morire ogni volta che ci rimetto piede, non dormo di notte, mi emoziono tantissimo». E così ieri sera è tornato sullo stesso palco dove nel 1982 intonava insieme a Romina Power la mitica Felicità, quel ritornello che la gente chic snobba ma canticchia... e che ha riproposto insieme a un medley di altri suoi celebri brani. Questa volta accanto a lui c'è Laura Chiatti a interpretare la voce femminile, Romina è lontana da molti anni, «anche se ora siamo in ottimi rapporti». Ne sono passati di decenni, di successi, gioie e dolori, dai figli alle nuove mogli. Ma lui non si arrende. Già che doveva venire in Riviera, per l'occasione, fa uscire - proprio oggi - nei negozi un «casuale» cd dal titolo Albano canta Sanremo in cui reinterpreta brani che hanno fatto la storia del Festival, da Come saprei di Giorgia a Perdere l'amore di Ranieri a Con te partirò di Bocelli.
A Sanremo era venuto la prima volta nel 1965, tra i giovani, «ah che tempi, quella volta ho conosciuto Lucio Dalla», poi ci è tornato tra i Big nel 1968 con La siepe e via ricordando le quattro volte con la moglie Romina e tutte le altre fino a due anni fa quando impressionò con Amanda è libera. Nel frattempo decine e decine di concerti, in Italia, ma soprattutto all'estero, nei paesi dell'Est, la Russia su tutti, dove lo amano a prescindere, insieme a Toto Cutugno che non per nulla l'altra sera si è portato sul palco l'Armata Rossa, I Ricchi e poveri e Celentano. A Sanremo è arrivato direttamente da Mosca e ci ritorna subito oggi per un altro concerto. Altre due tour sono programmati in aprile in giro per l'Italia e a giugno in Croazia.
«Il Festival di quest'anno? Mi piace molto l'idea dei due brani, il fatto che si elimina la canzone e non il cantante. Per questo mi sarebbe piaciuto essere in gara». E che pensa del momento «provocazione» dell'anno, il contestato intervento di Crozza? «Secondo me ha sbagliato a imitare per primo Berlusconi, doveva farlo per ultimo, ne avrebbe giovato lo show e avrebbe smorzato le polemiche».

Di scandaletti ce ne è ogni anno, fanno parte del «pacchetto Sanremo»: quello che le è rimasto più impresso? «Quando arrivarono da Genova gli operai dell'Italsider e si accamparono davanti all'Ariston: Baudo fu bravissimo a chiamarne una rappresentanza sul palco per spiegare la ragione della loro protesta».
Tanto, non c'è da preoccuparsi, di scandali ce ne saranno anche i prossimi anni. Immancabili, come Al Bano.

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