Con «Scream Queens» trionfa l'humor nero

Èveramente una serie un po' folle e non ha le caratteristiche di un prodotto per tutti. Però Scream Queens (prima visione dal 24 maggio, alle 2 su Fox) è anche il prodotto più innovativo di questa stagione, quello che mette alla prova le potenzialità della fiction per cercare di superarle. A cercare di tradurre l'insegnamento nietzschiano in ambito televisivo è il produttore Ryan Murphy che dell'innovativo e del fuori dagli schemi ha fatto il proprio marchio di fabbrica. Per rendersene conto basta mettere in fila le sue creazioni: Glee, American Horror Story e Il caso O.J. Simpson: American Crime Story. La trama in sé di Scream Queens potrebbe essere quella di un qualunque B movie anni '80: al centro della vicenda la confraternita KKT dell'università di Wallace. Chanel Oberlin (Emma Roberts), la ricca e viziatissima presidentessa, vuole garantirne l'esclusività escogitando crudeli riti di iniziazione. Ma qualcosa va tremendamente storto, un serial killer vestito come la mascotte dell'università (un diavoletto rosso) inizia a tagliare teste e a compiere altre amenità. Proprio come vent'anni prima, quando una ragazza della KKT fu trovata morta nella vasca. Solo che su questo canovaccio Murphy costruisce un'horror comedy dove la battuta e la parodia sono intercalate alle scene splatter.

La cosa più simile potrebbe essere una commedia nera come Schegge di follia (film del 1989 con Wynona Ryder e Christian Slater) ma in questo caso l'umorismo è ancora più parodistico. E a renderlo efficace contribuiscono anche coprotagonisti di rango come Jamie Lee Curtis. Ma se l'humor nero non è per voi, cambiate canale.

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