Se la sfida al volante è un rombo di rock

In «Baby Driver» lo spericolato guidatore vola per le strade grazie alla musica

Se la sfida al volante è un rombo di rock

I «car driver movies» sono un filone speciale nel mondo dei film noir. Una sezione importante quanto i gangster, gli heist e i prison movies. Di queste storie sono sempre protagonisti autisti imprendibili, dai nomi misteriosi e dal passato sconosciuto. I migliori guidatori che una banda di rapinatori possa utilizzare per compiere il colpo del secolo e scappare poi nella maniera più veloce possibile. Si tratta di piloti abituati a guidare contromano, a resistere ai cappottamenti, abili nel guidare anche quando i parabrezza sono stati frantumati dalle pallottole. Guidatori sicuri nella loro tenuta di strada anche se hanno la polizia alle calcagna e a bordo ci sono scagnozzi che litigano. Due film esemplari in questo genere sono stati sicuramente Driver l’imprendibile (1978) di Walter Hill e Drive (2011) di Nicolas Winding Refn (tratto dall’omonimo romanzo di James Sallis e capace di conquistarsi nientemeno che la Palma d’Oro per la miglier regia al Festival di Cannes). Ma un titolo che è destinato a occupare un posto di tutto rispetto in questa speciale categoria è il recente Baby Driver - Il genio della fuga scritto e diretto da Edgar Wright (in uscita a inizio settembre). Il regista americano aveva già dimostrato di saper giocare abilmente con i generi con lo zombie movie L’alba dei morti dementi (2004) e il cop movie Hot Fuzz (2007), dove ironia, suspense e raccapriccio andavano felicemente a braccetto. Ma con Baby Driver l’obbiettivo non è fare un film omaggio né citazionista, anche se i modelli di Hill e Refn sono ben presenti. L’intenzione del regista era misurarsi anche con la serie di Fast & Furious e con il videogioco Grand Theft Auto, incentrati sui temi delle rapine, dei soldi facili, delle auto veloci e delle belle donne disponibili. Ebbene, Baby Driver fin dai titoli di testa chiarisce quale sarà il suo punto di forza e di accelerazione: un uso del montaggio e della musica che sia una “seconda pelle” per il protagonista della storia. Baby (questo il suo nome di battaglia) è infatti un ragazzo sopravvissuto miracolosamente a un incidente automobilistico e che passa le sue giornate ascoltando a tutto volume musica nelle cuffiette. Le canzoni coprono gli acufeni e il rumore di fondo che è rimasto in lui dopo l’incidente. I suoi compagni di rapina pensano che sia distratto e un po’ tocco, ma in realtà la musica permette a Baby di concentrarsi in tutto quello che fa, aumenta le sue capacità di guida, gli permette di esprimersi al meglio. Baby è solito registrare i colloqui con le persone che incontra, remixa le loro voci aggiungendovi dei sottofondi di batteria elettronica e le trasforma in musicassette che colleziona e contengono originalissimi rap-mix. Il suo padre adottivo è un vecchietto paraplegico sordomuto che comunica con il ragazzo solo a gesti e che può condividere con lui la musica semplicemente appoggiando le mani davanti agli altoparlanti delle casse dello stereo. Vorrebbe che il ragazzo abbandonasse il suo pericoloso mestiere e gli suggerisce persino di intraprendere una brillante carriera di pizzaiolo a domicilio per la catena italoamericana Goodfellas. Ma Baby da tempo ha un debito da saldare con l’enigmatico Doc (interpretato da un sempre ammiccante Kevin Spacey). Le sue chiamate al cellulare lo costringono a compiere ogni volta i colpi più imprevedibili con gruppi di rapinatori che cambiano sempre. Si troverà così a fianco di tipi poco raccomandabili come Jd, Eddie No-Nose (a cui dà il volto Flea, il bassista dei Red Hot Chili Peppers) e il Pazzo (un paranoico Jamie Foxx dal grilletto facile). I colpi sono scanditi dalle musiche dei Damned, dei T.Rex, dei Golden Earring che l’imprendibile “driver” si spara nelle orecchie. La proposta musicale è estremamente varia: si va dal soul al rap, al punk, al funky passando per l’easy listening radiofonico. E così il regista si può permettere di scandire la sua storia passando con brio da una Easy dei Commodores a Harlem Shuffle di Bob & Earl perché il suo eroe ha letteralmente un ipod per ogni occasione. Anche la resa dei conti finale che vedrà a confronto in auto Baby e uno dei suoi rabbiosi soci è tutta giocata sul confronto fra due canzoni dei Queen: Sheer Heart Attack e Brighton Rock che esplicitano il carattere dei due personaggi.

Suoni e silenzi hanno un’importanza fondamentale in Baby Driver, che regala la più spettacolare sequenza di inseguimento fuori dagli abitacoli delle auto, con il protagonista che si dimostra un eccellente corridore capace di saltare ostacoli ai grandi magazzini e scivolare da scale mobili come un esperto di parkour. E mentre lui corre all’impazzata gli spettatori si godono un incredibile yodel rock cantato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica