il Giornale OFF - Teatro

Se la vita è pura illusione come in certa pubblicità

Shittzer con "9,99 euro" svela gli inganni dell'esistenza

Se la vita è pura illusione come in certa pubblicità

C'è tempo fino a stasera per assistere a Roma, al Teatro Studio Uno, allo spettacolo di Mario Shittzer 9,99 euro. Una cifra che sembra voler fissare nel cervello del potenziale acquirente il numero nove, quando il prezzo è ben più vicino al dieci. Un pretesto simbolico da cui l'autore prende spunto per rappresentare le illusioni, partendo da quelle della pubblicità e dal microcosmo che vi ruota attorno, di cui svela anche gli scandalosi retroscena: con l'illusione il venditore tenta di convincere ad acquistare prodotti di cui lui stesso conosce bene - e tiene celati - gli effetti nocivi, mentre nasconde l'esistenza di oggetti che rivoluzionerebbero in meglio la vita di ognuno, seguendo spietate logiche di mercato. Lo spettatore viene accolto in una sala minuta, di fronte lo spazio scenico, tappezzato di ritagli di riviste che illustrano vari spot pubblicitari, occupato unicamente da una sedia ed illuminato senza variazioni durante lo spettacolo. I due interpreti si avvicendano con grinta nei rispettivi monologhi; la narrazione è giocata sulla continua alternanza tra dramma - affrontato sempre con ironia - ed euforia e la varietà di atmosfere è sottolineata da un'accurata selezione di brani che spazia dallo swing all'heavy metal.
Il protagonista Octave, giovane e ricco pubblicitario, conduce una vita sfrenata, senza regole né privazioni e sembra avere tutto ciò che si possa desiderare ma di fatto si sente vuoto ed è votato all'autodistruzione. La sua presunta libertà si rivela inconsistente quando Octave sottopone al suo capo la presentazione di uno spot basato su quei pochi valori in cui ancora crede: la creatività del ragazzo viene bocciata ed è allora che l'autore affida al personaggio una delle sue considerazioni più interessanti, su come non si osi più proporre alla gente nulla che possa rischiare di non piacere, «drogandola» con ciò a cui è assuefatta. Il sistema viene allora paragonato dal protagonista ad un aereo che egli vorrebbe dirottare, solo per scoprire, però, che non c'è alcun pilota a guidarlo e nessuno che sappia come pilotarlo.


A chiudere, una visione nichilista dell'intera esistenza umana, descritta come priva di senso e di speranze, in cui solo le illusioni risultano essere una valida alternativa per salvarsi e tirarsi su il morale.

Commenti