Sono separate da tre Stati americani, le sorelle Valerie e Lynne Constantine. Di origine greca, vivono tra Baltimora e New York, a centinaia di chilometri di distanza una dall'altra, parlando tra loro quasi solo di lavoro. Eppure, sotto lo pseudonimo Liv Constantine, sono riuscite a sfornare uno dei migliori thriller dello scorso autunno americano. Non solo secondo i media, ma persino secondo i librai. Già venduto in venti Paesi, L'ultima signora Parrish arriva giovedì in Italia (HarperCollins, pagg. 384, euro 18,50; trad. Sara Caraffini) e ha una base narrativa di quelle solide: lui, lei, l'altra. Solo che qui il riflettore è puntato su lei e l'altra: lui è solo un gran premio da conquistare, messo in mezzo dalla rivalità psicologica intrigante, e fatale, tra le due donne protagoniste. Amber Patterson e Daphne Parrish sono legate, come sempre accade in questi casi, da un segreto che si svelerà solo alla fine, ma che spinge la prima a congegnare un piano per eliminare la bella e filantropa rivale e avvicinarsi al suo ricchissimo marito Jackson. Un meccanismo ben oliato, soprattutto a livello psicologico (e infatti il paragone più azzeccato è con L'amore bugiardo di Gillian Flynn), fino all'ultima pagina. Il che porta a chiedersi chi delle due sorelle abbia avuto l'idea.
A chi è venuto in mente questo plot?
Lynne: «È l'evoluzione di una discussione che avemmo qualche anno fa a casa di Valerie, durante una passeggiata. Era a proposito delle donne che puntano ricchi uomini sposati senza pensarci due volte. Ci siamo chieste: E se per una volta le cose andassero diversamente?».
Valerie: «Grande domanda: ciascuna di noi due pensa di aver avuto l'idea. Quindi ci siamo accordate per dire che è venuta a entrambe. La storia della passeggiata comunque è vera».
Ma Amber chi è davvero?
Lynne: «Una donna ambiziosa, disciplinata, determinata, decisa a raggiungere il proprio obiettivo, costi quel che costi».
Valerie: «Una donna intelligente e motivata a migliorare la propria vita. Ne ha passate troppe e ora è venuto il momento di ottenere ciò che vuole».
Chi è invece Daphne?
Lynne: «Una donna brillante e generosa, che vede il meglio in ognuno».
Valerie: «Una persona che ha subito una tragica perdita e si è trasformata in una donna empatica e buona».
Queste due donne hanno a che fare con voi due e l'essere sorelle?
Lynne: «L'intimità che sentiamo come sorelle ci ha permesso di descrivere la perdita di Daphne con semplicità. Tutto quello che questa donna fa nella sua vita è in qualche modo legato al lutto per la sorella».
Valerie: «Come donne e sorelle abbiamo sempre riflettuto insieme sui problemi e le relazioni al femminile».
Come avete iniziato a scrivere insieme?
Valerie: «Scrivemmo un romanzo insieme diciassette anni fa, parlava di due sorelle americane di seconda generazione. Poi ci trasferimmo in Stati diversi e non ci pensammo più. Ma collaborare ci era piaciuto. Così quattro anni fa abbiamo ritrovato il tempo e la vocazione per riprovarci».
Qual è la parte migliore di essere sorelle scrittrici?
Lynne: «Il supporto che ci diamo a vicenda non ha prezzo. Lavorare insieme arricchisce le storie in un modo che se scrivessimo da sole non accadrebbe mai. Quando una delle due è a pezzi, l'altra è lì per motivarla. E poi c'è il doppio bonus: viaggiare insieme ci piace e i tour di presentazione dei libri sono l'occasione buona per farlo».
Valerie: «Ci facciamo anche da editor e ci correggiamo pure le bozze».
E la parte peggiore?
Lynne: «Quando non siamo d'accordo su come far andare avanti la storia e perdiamo la pazienza. Ma poi la storia prende il sopravvento sui nostri ego e ne veniamo a capo».
Valerie: «Se capita un giorno in cui proprio non hai nessuna voglia di scrivere, hai sempre tua sorella col fiato sul collo e con lei non riesci a trovare scuse valide. Anche se immagino che qualcuno questo lo troverebbe un vantaggio».
La parte più divertente?
Lynne: «Rileggiamo quello che abbiamo scritto così tante volte che poi ci sfuggono anche le cose lampanti. I vari giri di bozze del nostro primo libro ad esempio, Circle Dance, erano quasi finiti quando Valerie scoppiò a ridere rileggendo una frase che avevo scritto io: Quando muori, le tue priorità cambiano. Che frase ridicola. E non lo avevamo capito prima! Abbiamo passato le ore successive a sghignazzare elencandoci a vicenda tutto quello che non puoi più fare, da morto».
Valerie: «Quando dobbiamo decidere se far morire o no un personaggio. A volte ce lo immaginiamo mentre ci grida: No, vi prego, no!».
La vostra giornata-tipo da sorelle scrittrici?
Lynne: «Di solito scrivo di mattina e rivedo nel pomeriggio. Poi ci mandiamo una mail e usiamo FaceTime per discuterne. Questo accade sei giorni su sette e quando editiamo anche sette giorni su sette».
Valerie: «Mi sveglio presto, bevo una tazza di tè e faccio meditazione. Porto fuori il cane, faccio colazione, leggo il giornale e poi comincio a scrivere».
Il vostro prossimo progetto a due?
Lynne: «Un thriller psicologico. Due migliori amici da tempo separati si riuniscono quando viene uccisa la madre di uno di loro».
Ma voi scrivete bestseller anche da sole?
Valerie: «Lynne ha già pubblicato da sola, io ci sto ancora provando. La differenza fondamentale? Tutto accade sempre e solo nella tua testa. Non c'è nessuno, di là, che fa rimbalzare la palla e te la rimanda, trasformata».
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