Uno show che si è tradito in nome dello share

Uno show che si è tradito in nome dello share

Che cosa resterà di questa edizione di Ballando con le stelle? Il vincitore, certo, un pezzo d'uomo mitragliato dal destino, il cubano Oney Tapia che ha trionfato senza vista e senza avere aiuti compassionevoli. E poi rimarrà l'inatteso, e per molti non necessario, cambio di Dna del programma. Dopo anni di austera autorevolezza da sabato sera di Raiuno, lo show di Milly Carlucci ha spostato il timone verso rotte poco compatibili con il format originale e molto vicine alla logica degli spettacoli nei quali la componente umorale o grottesca del cast, la vivacità polemica dei concorrenti e le dinamiche via social diventano la componente essenziale del rapporto con il pubblico. Più Corrida che talent show. Nell'edizione inglese, infatti, i toni sono nettamente più pacati e poco conta che il risultato medio di ascolti sia superiore al cinquanta per cento di share. Conta che Ballando 2017 abbia tradito se stesso e le aspettative di una parte di pubblico che cerca, specialmente su Raiuno, quel tipo di spettacolo. Non a caso, per anni Ballando ha fatto vanto di questa caratteristica, eleggendola a giustificazione di ascolti costantemente inferiori a quelli di Amici su Canale 5. Quest'anno retromarcia. Prima le baruffe chiozzotte tra Selvaggia Lucarelli e Alba Parietti, che hanno monopolizzato anche i social spostando il baricentro dell'attenzione dalla sua destinazione naturale, ossia la gara per decidere il vincitore finale. E poi l'arrivo di Morgan (presente per la seconda volta a sorpresa anche sabato sera) in una sorta di battibecco a distanza con Amici. Uno scenario irriconoscibile per chi ama Ballando sin dagli esordi e, per di più, molto vicino a logiche da Grande Fratello o da Isola dei Famosi che, quasi per ragione sociale, dovrebbero essere aliene alla mentalità Rai.

Insomma per «vincere» una sola sfida di ascolti con Canale 5, lo spettacolo di punta di Raiuno ha tradito la propria storia e chi per anni l'ha approvata davanti allo schermo. Una sorta di harakiri che sarà molto impegnativo guarire già nella prossima edizione.

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