Ebbene sì: sta vincendo la sua nuova sfida. Prima in classifica e ora dal vivo. Eros Ramazzotti è tornato sul mercato con molti punti interrogativi dopo il relativo insuccesso (più di critica che di pubblico) di Ali e radici del 2009. Molti insomma non aspettavano altro che di rincarare la dose. Invece no.
Il disco Noi, che è uscito a novembre e ha già piazzato seicentomila copie in tutto il mondo, è stato promosso anche nelle recensioni. Eros Ramazzotti è ormai diventato un brand riconoscibile ovunque. E a lui ormai capita ciò che accade ai grandi artisti, spesso ricercati per il fascino e la riconoscibilità della voce più ancora che per la qualità stessa del brano. Ramazzotti è riconosciuto dappertutto, ormai. E brani come il primo singolo Un angelo disteso al sole, pieno di pathos un po' barocco ma con una melodia sinuosa e insinuante, sono autentici manifesti del ramazzottismo: pop di grande fattura, per forza latino e stavolta più ispirato del solito per diventare uno dei nostri biglietti da visita all'estero. E difatti l'altra sera al Palabam di Mantova è iniziato il primo concerto (quello di prova) del nuovo tour mondiale, che sabato passerà da Torino, sarà al Forum di Assago dal 12 al 18 marzo e poi vagherà fino a settembre per Italia, Germania, Cecoslovacchia, Belgio, Olanda, Francia, Finlandia e via andare. Insomma un'operazione pressoché planetaria che a Mantova ha incassato i primi applausi. Ventitre canzoni: da Ancora vita fino all'ultimo bis Più bella cosa, una passerella divisa in due da un medley formato da Emozione dopo emozione, Un cuore con le ali, Cuori agitati, Ti sposerò perché, Un grosso no. Il palco, che è imponente, quasi kolossal, ospita sette musicisti e due coriste e sfoggia ben dieci megaschermi perché, si sa, ormai i grandi eventi pop sono da vedere più che da sentire. Ed Eros? Eros è a proprio agio, dicono i testimoni.
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