Cultura e Spettacoli

La sincera confessione laica dell'ex mangiapreti vale quanto un bestseller

Dalla protesta contro la visita in Gran Bretagna di Benedetto XVI al fascino delle liturgie anglicane

La sincera confessione laica dell'ex mangiapreti vale quanto un bestseller

Un inedito assoluto di Ken Follett che rivela la sua riscoperta della religione dopo una vita da «ateo arrabbiato». L'autore di bestseller di spionaggio da 154 milioni di copie in tutto il mondo - come La cruna dell'ago o Il codice Rebecca - non ha mai nascosto la sua avversità per il cristianesimo. Nel 2010 è stato firmatario della lettera aperta al Guardian contro la visita di stato di Benedetto XVI nel Regno Unito. Nel 2014, in una lettera al Daily Telegraph firmata da vari intellettuali inglesi, criticò il primo ministro David Cameron che aveva definito la Gran Bretagna «un Paese cristiano».

In questo libretto inedito di cui in questa pagina proponiamo un brano, Cattiva fede (nelle librerie da lunedì prossimo, 10 luglio, per EDB, pagg. 80, euro 7,50, testo anche in inglese) lo scrittore si confessa per la prima volta con un memoir. La rigida educazione ricevuta sin da bambino in una casa dove tutto era vietato, dalla musica al cinema, dai boy scout a qualsiasi attività che la comunità religiosa di Cardiff catalogava come piaceri pericolosi... Costretto a imparare a memoria la Bibbia, Follett iniziò a ribellarsi nell'adolescenza, ma soltanto con l'iscrizione all'Università scelse la facoltà di Filosofia per cercare, attraverso Platone, Cartesio, Marx, Wittgenstein, di negare l'esistenza di Dio per dichiararsi ateo, anzi «un ateo arrabbiato».

Anche nei suoi libri non ha mai fatto mai un accenno alla religione. «Solo nel 1989 - scrive Alessandro Zaccuri nella prefazione - con la trilogia inaugurata con I pilastri della Terra, proseguita nel 2007 con Mondo senza fine e ora giunta alla conclusione con l'imminente La colonna di fuoco, la storia del cristianesimo in Inghilterra fra medioevo e inizio dell'età moderna rappresenta molto più di un fondale. C'è la denuncia dello strapotere ecclesiastico, ma anche la speranza evangelica, impersonata dal personaggio di Philip, il priore che si batte per la ricostruzione dell'immaginaria cattedrale dell'altrettanto immaginaria Kingsbridge, con un Follett che dimostra una sensibilità molto accentuata per l'esperienza religiosa».

Oggi Follett si considera «un ateo non più praticante». «Continuo a non credere in Dio, non faccio la comunione, ma mi piace andare in Chiesa», afferma. Ama l'architettura delle cattedrali, il fascino delle liturgie e accompagna la moglie Barbara Hubbard, parlamentare britannica, alle principali celebrazioni della Chiesa anglicana.

In conclusione, non crede in Dio, come sottolinea Zaccuri, ma crede in ciò che gli uomini fanno in onore di Dio.

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