Cultura e Spettacoli

"In Snowpiercer facciamo i conti con la Terra gelata"

L'attore protagonista con Jennifer Connelly della serie Netflix tratta dal film di Bong Joon-Ho

"In Snowpiercer facciamo i conti con la Terra gelata"

Nel 2013 il regista del film premio Oscar e Palma d'Oro Parasite, Bong Joon-Ho diresse Snowpiercer. Fu il suo primo successo internazionale, tratto da un fumetto francese dallo stesso titolo. Come Parasite il film portava con sé una forte componente di denuncia degli squilibri sociali della società e dei danni ambientali causati dall'uomo al pianeta che lo ospita. Sin da allora affiorò il progetto di farlo diventare una serie tv e ora, a sette anni di distanza e dopo un travagliato percorso, Snowpiercer approda su Netflix, dal 25 maggio, con un episodio alla settimana. La serie, che vede protagonisti Jennifer Connelly e Daveed Diggs, racconta di un esperimento per contrastare il riscaldamento globale che si trasforma in apocalisse. Una glaciazione porta le temperature della terra a meno 117 gradi. Gli unici sopravvissuti sono coloro che hanno trovato posto su un treno in perenne movimento sulla crosta ghiacciata della terra, ma le condizioni di vita non sono uguali per tutti. Dalla prima classe alla coda, dove vivono i reietti saliti sul mezzo senza pagare il biglietto, passano altre due classi sociali ed economiche. Jennifer Connelly è l'algido funzionario a capo del treno, mentre Daveed Diggs è Andre Layton uno dei dimenticati della coda. Il suo passato di detective lo porterà a scalare la sua posizione quando un omicidio rischierà di compromettere il fragile equilibrio del treno.

Diggs è un musicista, prima che un attore. È la voce del gruppo hip hop Clipping e ha vinto un Tony Award, l'Oscar del teatro, per la sua doppia interpretazione in Hamilton, il musical che a giugno sarà fruibile su Disney Plus.

«Se fossi costretto a una scelta per la carriera, sceglierei la musica, è il mio primo amore, dà più libertà, ma per fortuna non devo scegliere e quindi mi diverto a recitare. Andre, il personaggio che interpreto in Snowpiercer, è un ottimo osservatore, come detective è attento a tutto quello che gli succede intorno».

Il treno è composto di 1100 vagoni. Avete girato in spazi molto stretti.

«Sì, e a causa di questo le scene d'azione sembrano molto violente. Come il film questa serie sarà amata da chi ama l'azione, ma non mancano i temi politici e sociali».

Snowpiercer infatti racconta una realtà post emergenza che ha delle assonanze con la nostra vita, oggi.

«Snowpiercer apre gli occhi su come il governo dovrebbe rispondere quando una minaccia incombe sulla gente. Negli Stati Uniti, il governo ha risposto alla minaccia Covid dando una certa quantità di soldi ma la gente più ricca ha avuto più accesso a questi soldi, questi temi sono presenti nel nostro serial».

Il suo gruppo hiphop era in tour quando la pandemia ha colpito.

«Sì, tutto si è interrotto. Ora ne stiamo approfittando per creare altra musica, ognuno a casa propria. Ci sembra di fare con la musica quello che in questi giorni tutti stanno facendo a casa: una pulizia profonda».

Ora le misure stanno allentandosi, è felice di poter uscire?

«In realtà mi piace stare a casa, non voglio dire che questa emergenza, che ha messo il mondo in pausa, sia una buona cosa, per carità, ma nonostante questo ci sono aspetti positivi. Io non avevo mai passato più di qualche giorno a casa con la mia ragazza (l'attrice Jalene Goodwin, ndr) e questo è il giorno numero 51 che siamo sotto lo stesso tetto».

Lo sa che sono aumentati i divorzi con la quarantena?

«La convivenza forzata, 24 ore su 24, può essere difficile ma per noi, che non siamo mai riusciti a passare troppo tempo assieme, è una bella esperienza».

Ora Hamilton, musical che racconta la storia della fondazione degli Stati Uniti d'America arriva su Disney Plus, e non si tratta di un film ma della registrazione dello spettacolo di Broadway che la vede protagonista.

«È uno spettacolo amato, sono contento che ora arrivi nelle case».

Ha vinto un Tony Award per questo spettacolo, che è l'Oscar del teatro. Non deve essere andata tanto male, non crede?

«Non sono convinto che i premi significhino qualcosa. Riguardano soprattutto la popolarità di uno show, più che la sua intrinseca qualità».

Fra poco riapriranno i cinema, in Italia c'è già una data, prima o poi torneremo ad assistere a concerti, la gente sarà in grado di goderseli o resterà la paura?

«Francamente non mi sento molto a mio agio con l'idea di andare a un concerto in mezzo a una folla, ma spero che a un certo punto ci sarà modo di gestire questa situazione».

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