"È stato Bezos in persona a volere questo progetto"

I quasi esordienti McKay e Payne: "Ci siamo sentiti come hobbit in un mondo immenso"

"È stato Bezos in persona a volere questo progetto"

«Jeff Bezos è un fan di Tolkien, è appassionato di quel mondo ed è anche un vero esperto. Lui ci ha spinti a mettercela tutta per riuscire a realizzare questo progetto ambizioso». Jennifer Salke, responsabile degli Amazon Studios, spiega così la genesi del progetto Gli Anelli del Potere, che vanta già un record: è la serie più costosa ed elaborata mai realizzata nella storia della televisione.

In queste appendici della trilogia degli Anelli di Tolkien si descrive il passato della Terra di Mezzo, portando in vita le rovine e i miti che, nella saga realizzata per il cinema da Peter Jackson, accompagnano i protagonisti nel loro viaggio verso la distruzione dell'Anello. «Anelli per gli elfi, anelli per i nani, anelli per gli uomini, e poi l'unico anello che Sauron usava per ingannarli tutti. È la storia della creazione di tutti quei poteri, da dove vengono e cosa hanno causato», dice lo showrunner Patrick McKay al quale, insieme al collega e amico John D. Payne, è stata affidata la responsabilità della produzione. Un compito impegnativo per due giovani quasi esordienti che hanno avuto il via libera dalla famiglia Tolkien e dai dirigenti del servizio di streaming grazie al loro entusiasmo: «Ci sentivamo degli hobbit, due persone molto piccole in un mondo molto grande, ma ce l'abbiamo fatta». Il primo passo è stato mettere insieme un cast di personaggi nuovi (ad esempio colui che ha forgiato gli anelli, il fabbro elfico Celebrimbor, interpretato da Charles Edwards), con altri che il pubblico ha imparato a conoscere e amare nella saga di Jackson.

Come Galadriel, nei precedenti film interpretata da Cate Blanchett e ora da Morfydd Clark: «È una Galadriel più giovane - dice la Clark - ma non poi così giovane. Come invecchia un elfo? Questa è la domanda che mi sono fatta, e per rispondere mi sono immersa nella cultura di Tolkien, ho visto i film più e più volte, ho ascoltato gli audiolibri e poi ho trovato la frase che rispondeva alla mia domanda. Con la saggezza arriva la perdita dell'innocenza, dice il grande scrittore. Ho cercato di interpretare una Galadriel che non avesse ancora completamente perduto la sua innocenza».

Un altro personaggio conosciuto è Elrond, il principe elfo interpretato in passato da Hugo Weaving e ora da Robert Aramayo: «Mi piace il fatto che sia solo un mezzo elfo, ha un lato umano. Ha un cuore sotto quella corazza d'acciaio. Ha forza, ma anche la capacità di essere empatico».

Una sotto-trama seguirà invece un marinaio di nome Isildur anni prima che diventi un guerriero e in battaglia tagli l'Anello dalla mano di Sauron, per poi cadere lui stesso vittima dei suoi poteri. «Isildur è un personaggio con un'energia inestinguibile - dice Maxim Baldry che lo interpreta - che prende decisioni incaute e fa molti errori, ma le sue azioni sono importanti per capire cosa succederà migliaia di anni dopo, ai tempi dei fatti che vedono protagonisti Frodo e Bilbo».

«Nei testi di Tolkien si apprende che gli hobbit non hanno mai fatto nulla di degno di nota prima della Terza Era - dice Patrick McKay - ma davvero non sarebbe sembrato Il Signore degli Anelli senza di loro. Abbiamo dunque inserito gli antenati degli hobbit, che sono chiamati harfoots».

E pensare che quando Peter Jackson, prima di approdare alla New Line propose a diverse case cinematografiche la sua idea, gli venne contestato il fatto che gli hobbit non avrebbero avuto successo. A smentirli è stata la storia del cinema del Ventunesimo secolo.

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