Stefano Skalkotos tra "Love in the Villa" e i nuovi progetti: "Devo molto a Franca Nuti"

Reduce dall'esperienza "internazionale" nella commedia Netflix "Love in the Villa", Stefano Skalkotos è pronto per nuove avventure: la nostra intervista all'attore padovano

Stefano Skalkotos tra "Love in the Villa" e i nuovi progetti: "Devo molto a Franca Nuti"

Il teatro, il cinema, fino alle produzioni internazionali: un percorso felice quello di Stefano Skalkotos. Dal Corrado Mantoni di “Permette? Alberto Sordi” alla commedia romantica targata Netflix “Love in the Villa” di Mark Steven Johnson, l’attore padovano è reduce da un periodo particolarmente intenso. E non è finita qui: presto lo vedremo nei panni di Giorgio Mondadori nel docufilm “Arnoldo Mondadori” di Francesco Miccichè. Di questo e di molto altro ha parlato ai nostri microfoni.

Ha avuto tra i suoi maestri Franca Nuti e Ugo Pagliai…

“Io ho studio alla Scuola Civica del Teatro Stabille del Veneto diretta da Alberto Veneta. Ho avuto la fortuna di incontrare diversi maestri, a partire da Franca Nuti: per me è stato un incontro determinante. Una donna meravigliosa, si è instaurato subito un bellissimo rapporto e una bellissima comprensione artistica. Una delle cose più belle che lei mi ha insegnato è recitare la poesia. Ricordo Franca Nuti sempre con grande affetto, una donna molto bella. Quando una donna è bella, è bella sempre, sia da ragazza che a 95 anni. Il suo nome mi tocca sempre il cuore”.

Ha interpretato il grande Corrado nel film “Permette? Alberto Sordi”: quanto è stato difficile vestire i panni di un personaggio così iconico?

“Tutto il film è iconico (ride, ndr). Io ho sempre nutrito un’abilità nel replicare le voci e Corrado è sempre stato tra i miei personaggi rappresentati insieme a Mike Bongiorno e Paolo Villaggio con Fantozzi. È stato un po’ un ritorno all’infanzia, perché Corrado l’ho sempre vissuto come un nonno, perché i miei nonni erano suoi grandi film. Spero di aver restituito l’immagine più credibile ed emozionante possibile per un personaggio così iconico. Spero di aver accompagnato bene Corrado a fare un cameo all’interno di un film su Alberto Sordi”.

Stefano Skalkotos

Dal 1° settembre è disponibile su Netflix “Love in the Villa”, tra i progetti più visti. Che esperienza è stata?

“È stata la mia prima esperienza a livello internazionale e mi ha portato fortuna, perché poi ce n’è stata un’altra di cui non posso parlare per il momento. ‘Love in the Villa’ è la classica commedia romantica di Netflix, con un regista straordinario come Mark Steven Johnson e con due grandissimi interpreti come Tom Hopper e Kat Graham. Quando lavori con dei grandi tutto il lavoro diventa molto più semplice. Recitare in una lingua diversa è bellissimo, l’inglese aiuta molto la recitazione. E mi è piaciuto fare una commedia, perché mi ritengo più un commediante che un attore drammatico. Mark Steven Johnson mi ha dato questa possibilità e non posso che ringraziarlo”.

Finora hai interpretato personaggi “buoni”. È un po’ un problema dell’industria italiana quello di dare un’etichetta?

“L’industria italiana mi ha regalato anche delle belle opportunità e non voglio essere troppo critico, ma forse sottovaluta un po’ il potere cattivo di un buono. Io sono un buono d’animo ma, come tutte le persone, anche io ho le mie zone d’ombra. Un attore è un interprete e mi piacerebbe mettermi in discussione. Il sistema italiano va un po’ troppo sul sicuro, diciamo”.

Stefano Skalkotos 2

Ha un rimpianto?

“Io sono abbastanza felice di essere arrivato a 40 anni così, con queste esperienze. Dieci anni fa avrei risposto in maniera diversa, elencando una serie di cose. Per raggiungere un obiettivo è necessario fare un percorso. A 25 anni volevo andare via dal Veneto, ma in realtà sono rimasto qualche anno in più e mi è servito molto: sono andato a Roma con un’occasione concreta. Sono contento così, assolutamente”.

Con chi le piacerebbe lavorare un futuro? Non le dispiacerebbe lavorare con Lanthimos, date le sue origini…

“Lui mi piace molto, sì. Mi piacerebbe lavorare con Guadagnino: erano capitati degli incontri per un progetto, poi sono state prese strade diverse. Spero in una seconda possibilità. A proposito di cose che ho già realizzato, a maggio ho finito un film internazionale, che uscirà nel 2023, con Jean Renò. Poi mi piacerebbe lavorare con Sorrentino, con Virzì, con Sibilia”.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

“Interpreterò Giorgio Mondadori nel docufilm ‘Arnoldo Mondadori’ di Francesco Miccichè,

che uscirà in autunno. Sarò anche impegnato in un altro film di Miccichè, quello su Raul Gardini, dove interpreterò Carlo Sama. E c’è un altro progetto internazionale su cui non posso dire nulla per il momento, purtroppo”.

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