Basato su un romanzo che è stato un successo internazionale, "La bambina che salvava i libri" dello scrittore australiano Markus Zusak, il film "Storia di una ladra di libri" è ambientato nella Germania nazista del 1938. L'undicenne Liesel (Sophie Nelisse) viene affidata dalla madre, che non può tenerla con sé, a due genitori adottivi: l'affettuoso Hans (Geoffrey Rush) e la scontrosa Rosa (Emily Watson). Derisa dai compagni di classe perché non sa leggere, Liesel impara a farlo con l'aiuto del padre e sviluppa presto una grande passione per i libri nonostante siano oggetti letteralmente messi al rogo dal partito nazista. Quando la Germania entra in guerra, i nuovi genitori si trovano a nascondere in casa Max, un giovane ebreo in fuga, che insegnerà a Liesel il potere delle parole.
La prospettiva in cui il film inquadra il periodo dell'Olocausto non è quella dei perseguitati bensì quella di famiglie tedesche come tante, gente comune che si trova a nascondersi durante i bombardamenti, a vedersi strappare famigliari destinati al fronte e a essere testimoni inermi durante le sfilate dei prigionieri per le strade. Se alcuni degli orrori del Nazismo vengono omessi o edulcorati è perché "Storia di una ladra di libri" è destinato ad un pubblico di famiglie e punta non tanto sul realismo, quanto a farsi ricordare per il messaggio edificante e pedagogico. Non a caso il film oscilla continuamente tra il dramma e la fiaba, ammantandosi in questo modo di una poesia dolente e rammentando continuamente come sia possibile avvolgersi di una qualche luce fioca anche nelle situazioni più buie. Il conforto e la via di fuga dall'oscurità, per Liesel, sono appunto i libri che, nutrendo il suo immaginario, le rivelano il potenziale salvifico dell'immaginazione, qualcosa di cui lei fa partecipe chi ne ha bisogno.
La pellicola indica anche altri baluardi cui affidare le nostre fragili esistenze in momenti di crisi, toccando temi come l'amicizia, l'amore e quella solidarietà che spesso implica coraggio e sacrificio ma che è in grado di annientare la disumanità di certe situazioni. A livello emotivo, bisogna ammettere che molto del lavoro è compiuto da una colonna sonora meravigliosa, non a caso frutto dell'ennesima candidatura all'Oscar per il già pluripremiato John Williams.
Considerati gli interessi dei ragazzini di oggi, un film come questo rischia di sembrare a tratti troppo retorico, sentimentale o artefatto, ma l'augurio è che siano comunque in molti ad assorbirne i contenuti positivi e profondi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.