Mica facile essere nei panni di Jared Leto: è (quasi) divo di Hollywood e (ampiamente) rockstar con i 30 Seconds to Mars. Recita e canta. Studia copioni e scrive canzoni. Piace alle ragazze perché bello ed educato con due occhioni azzurri grandi come proiettori. E piace ai rockettari perché la sua band non fa sconti e se ne va allegramente per la sua strada indefinibile e tosta. Certo, il nuovo disco Love lust faith + dreams, che esce il 21 maggio, è un arzigogolo potente e barocco, zeppo di stynth e visioni. In copertina c'è un'opera di Damien Hirst e il nuovo video Up in the air è girato con Dita Von Teese: impossibile criticare. E lui, che viene dalla gavetta e sa come va il mondo, se la gode: «Benvenuti a questo forum economico» ha detto ieri entrano nella sala della Universal piena zeppa di giornalisti. Risate (e belle recensioni garantite).
Scusi Jared Leto, dopo tre dischi e cinque milioni di copie vendute, qual è la novità di Love ecc.?
«È un nuovo inizio. Abbiamo azzerato tutto e siamo ripartiti daccapo».
Però il titolo. Tradotto sta per «amore, lussuria, fede e sogni»: viva l'originalità.
«In fondo sono le parole più comuni ma anche le più potenti tra quelle che possano utilizzare gli uomini. E tutti noi le utilizziamo almeno una volta nella vita».
Riassunto?.
«Questo è il nostro disco più potente di tutti, è quello definitivo».
Vuol dire che dopo vi scioglierete?
«No, che molti rimarranno sorpresi ascoltando questi brani».
In fondo sono prodotti da Steve Lillywhite, uno che ha lavorato con U2, Rolling Stones e Peter Gabriel.
«In realtà lui ha prodotto quattro brani, al resto ho pensato io, gli chiederò una percentuale».
Magari dovreste girarla a Dita Von Teese, molti guarderanno il video grazie a lei.
«La conosco da tanto tempo, è una performer eccezionale».
La criticano criticano perché nel video lei fa un mini show troppo osèe.
«Ma per carità, indossa un bikini e in tanti altri video ci sono scene ben più erotiche. Dopotutto Dita è una delle donne più sensuali del pianeta».
Anche lei, caro Jared Leto, non scherza: è finito in tante classifiche come sex symbol.
«Sono nato in un paesino della Louisiana da una madre che aveva diciassette anni e già un altro figlio. Ho dovuto scegliere se vendere droga oppure fare l'artista. Così sono andato al liceo artistico e mia mamma non avrebbe mai immaginato che i propri figli avrebbero fatto questa carriera (lui e suo fratello Shannon sono i leader dei 30 Seconds to Mars - ndr)».
A proposito, lei ha recitato per Malick e Aronofsky. E con Jodie Foster e Brad Pitt. Però da quattro anni stop.
«Beh ci sono attori come Daniel Day Lewis che si prendono una pausa per fare il calzolaio. Diciamo che ho fatto un altro tipo di scarpe».
Se non altro è entrato nel Guinness dei Primati per la più lunga tournèe della storia (311 concerti in 60 paesi a supporto del disco This is war del 2009).
«Ora ripartiamo e il 13 luglio saremo al Summer Festival di Lucca e il giorno dopo a Piazzola sul Brenta vicino a Padova».
Scusi, e i film?
«A dicembre ho finito di recitare in The Dallas buyer club di Jean Marc Vallee, che uscirà a fine anno. Il mio ruolo è quello di un transessuale».
Se lo chiamasse qualche regista italiano?
«Beh, chi ama il cinema non può che iniziare a guardare i film di Bertolucci, Leone o Fellini. Certo, dopo aver visto Nuovo cinema Paradiso non potrei rifiutare un'offerta di Tornatore».
Poetico e malinconico. Però lei al microfono è tutt'altro: strilla mica poco.
«Anche se mi piacerebbe registrare un disco ambient alla Pink Floyd o Sigur Ros, i miei idoli sono Robert Plant, Bono, Jim Morrison e Kurt Cobain: tutti cantanti che hanno dimostrato di avere una forte consapevolezza di ciò che erano e rappresentavano».
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