Cultura e Spettacoli

Sesso, mummie e segreti. I 5 film da (ri)vedere ad agosto

In attesa che la stagione del grande cinema riapra i battenti, ecco una selezione di 5 film da vedere o rivedere in questa lunga estate caldissima

Sesso, mummie e segreti. I 5 film da (ri)vedere ad agosto

Viviamo in un’epoca in cui tutto, anche un buon film, è fruibile attraverso lo schermo di un computer. E nell’era in cui la tv viene sostituita dalle piattaforme streaming digitali e a pagamento, a cambiare non è solo il linguaggio ma soprattutto è il modo in cui si può vedere un buon film. La sala cinematografica viene sostituita dalla schermo di casa, la poltrona fa spazio a un comodo divano con annessa bibita ghiacciata. E soprattutto in tempo di Covid-19, in cui alcune sale sono ancora chiuse e i cinema all’aperto regalano poche novità eccellenti, è il cinema casalingo che sta predominando in questa estate così inusuale.

Un’indagine che è stata condotta nel mese di maggio ha sottolineato come, la maggior parte degli italiani, oltre il 50%, possiede uno o più servizi in streaming in abbonamento e invece di cercare nuovi film da vedere, preferisce gettarsi alla ricerca di un grande classico. Quelli americani sono ancora ai primi posti, ma anche i film made in Italiy riescono a tener testa ai grandi colossi. E così tra Netflix, Amazon Prime e Now Tv, sono tanti i film disponibili e da rivedere in questa lunga estate caldissima. Per voi ne abbiamo selezionati ben 5. C’è spazio per un thriller d’annata e dalle sfumature erotiche, una trilogia senza tempo e un viaggio scatenato fra i misteri dell’antico Egitto. Tutti sono disponibili su Netflix.

Basic Instinct

Diretto da Paul Verhoeven, il film è stato distribuito nelle sale nel lontano 1992 ed è stato uno dei più grandi successi del celebre regista di origini olandesi, tanto da vincere il primato come miglior incasso ai botteghini nella storia del cinema. Ambientato in una moderna e tentacolare San Francisco, la storia si focalizza sul detective Nick Curran impegnato a risolvere un intricato caso di omicidio di un ex divo del mondo della musica. I sospetti cadono sulla psicologa e scrittrice Catherine Tramell, la quale fin da subito sembra estranea ai fatti, ma nel corso delle indagini si scoprono dettagli scabrosi e inquietanti sulla sua vita. Tutto si complica, però, quando il detective finisce nelle grinfie di Catherine e tra i due inizia una bollente storia d’amore dai risvolti imprevedibili. Michael Douglas, all’apice del suo successo, è il detective della polizia di San Francisco, mentre una raggiante Sharon Stone interpreta una conturbate psicologa dal fascino seducente e pericoloso.

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Una coppia che ha letteralmente bucato lo schermo e che, di conseguenza, è diventata simbolo di un’epoca. Sharon Stone, però, dopo il grande successo di Basict Instinct, non è riuscita più a scrollarsi di dosso il mito della femme fatale, e Michael Douglas è rimasto così coinvolto nel ruolo che ha interpretato, tanto è vero che mesi dopo la fine delle riprese, è stato costretto a chiudersi in rehab per curare una dipendenza da alcol e da sesso. Il film, infatti, miscela l’indagine poliziesca al voyeurismo più puro. Da antologia è la scena di sesso tra la Stone e Douglas, e ancor di più è la scena dell’interrogatorio, diventata poi un vero e proprio cult. Di recente, nel 2006, è stato realizzato anche un sequel che però non ha avuto lo stesso successo del precedente film. Sharon Stone è ancora una volta la sexy Catherine Tramell, e al posto di Michael Douglas c’è David Morrisey nel ruolo del Dottor Glass. Anche lui cade vittima in un gioco perverso di amore e seduzione. Il film è disponibile su Netflix dal primo agosto.

Lo chiamavano Jeeg Robot

Quello diretto da Gabriele Mainetti è stato il film che ha rilanciato il grande cinema italiano. Baciato da pubblico e critica, è stato distribuito nel 2015 ed è stato presentato per la prima volta alla Festa del Cinema di Roma in cui in molti hanno inneggiato al capolavoro. E di fatti è proprio così. Girato a Roma tra le vie del centro e della periferia, con un cast di grandi stelle tra cui Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli, il film è una chiara e ben voluta citazione ai manga e gli anime giapponesi. La storia si focalizza sulle vicende del ladruncolo Enzo Ceccotti che, per sfuggire alla polizia, si getta tra le acque del Tevere, entrando così in contatto con una sostanza radioattiva. Dopo una notte passata tra febbre e incubi si risveglia come se nulla fosse successo, tranne per il fatto che quella sostanza lo ha trasformato in qualcosa di più. Causa forza maggiore, dovrà difendere se stesso e la giovane Alessia da “Lo Zingaro”, criminale senza scrupoli che cerca di sbarcare il lunario alleandosi con la malavita napoletana.

In un mix ben congeniato di azione e ironia, Lo Chiamavano Jeeg Robot vince per una storia dai mille risvolti e unica nel suo genere, che di conseguenza ha consacrato la pellicola al successo. Eppure, almeno all’inizio, nessun produttore era intenzionato a dare fiducia al film. È grazie alla Lucky Red che la pellicola di Mainetti è arrivata nelle sale, esordendo con 83mila euro di incassi nella prima settimana di programmazione, risultando il film italiano di maggior incassi della stagione. Descritto come una sorta di gangster all’italiana, il film eccelle per una scrittura fluida e incisiva, e per un’ottima regia. Ha vinto ben 8 David di Donatello e altrettanti premi come Miglior Regista esordiente ai Nastri D’argento e Miglior Film al Globo d’Oro. Il film arriva su Netflix dal 25 agosto.

La Mummia

Era l’estate del 1999 quando face capolino nei cinema il film di Stephen Sommers, primo capitolo di un franchise cinematografico molto apprezzato dal pubblico. La Mummia, remake di un omonimo film del 1932, è ambientato a Il Cario durante gli anni ’20 e racconta, con un pizzico di ironia e sagacità, le leggende che sono legate ai miti degli antichi faraoni. Qui in particolare, la storia si intreccia al faraone Seti I e a Imhotep, il sommo sacerdote che è stato mummificato vivo solo perché è stato capace di sfiorare il corpo di Anck-su-Namun.

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La storia si snoda nel momento in cui una giovane egittologa, interpretata da Rachel Weiz, trova un’antica mappa che conduce in una antica città spersa nel deserto, in cui la leggenda afferma che in quel luogo dimenticato da tutti sono custoditi tesori inestimabili.

E guidati da Rick o’Connell, ex galeotto, gli avventurieri si troveranno a dover fronteggiare un’antica e potente minaccia. La Mummia ha avuto un tale impatto sul pubblico che nel 2001 è stato realizzato un sequel di grande successo, a cui si è aggiunto un prequel girato nel 2002, e un altro film del 2008 che porta i due avventurieri dall’Egitto al Perù per un’incredibile viaggio nei segreti e nei misteri dell’America Latina. Ma il film non riscuote successo e il franchise finisce nel dimenticatoio fino al 2017. La Universal acquista i diritti e produce un reboot con Tom Cruise, nella speranza di poter creare un universo coeso con altri mostri sacri della cinematografia del passato, come L’uomo Invisibile e il Mostro della Palude, ma i risultati deludenti hanno costretto le major a mettere in pausa il progetto. La trilogia e anche il film con Tom Cruse, da luglio sono disponibili su Netfix.

Ritorno al futuro

La fantascienza ha sempre popolato la cinematografia degli anni ’80. Molti sono i registi che si sono cimentati in storie al limite dell’assurdo con l’intenzione di esplorare il futuro prossimo, immaginando mondi e città utopistiche dominate dalla tecnologia. In un certo senso la trilogia di Ritorno al futuro è un’icona per i film di genere, ancora oggi è un film amato dal pubblico e critica, e con successo viene replicato spesso sulle nostre reti. Il primo film, girato da Robert Zemekis e con un giovanissimo Michael J. Fox, è arrivato nei cinema nel 1985. Quattro anni dopo è stato realizzato il secondo capitolo e nel 1990 è stato prodotto il terzo e ultimo film della serie.

In un viaggio ironico e scanzonato nel corso del tempo, Marty McFly, studente scapestrato di un piccolo liceo di provincia, si trova invischiato suo malgrado nei piani del professore Emmett Brown, convinto di aver costruito la prima macchina del tempo. E in sella alla sua DeLorean, Marty si trova catapultato prima nell’America degli anni ’50, poi in un futuro alternativo degli anni 2000, per finire poi il suo viaggio nel Far West. Con poche e semplici mosse è stato realizzato uno dei film più belli degli ultimi trent’anni, grazie a una sceneggiatura sempre brillante e che non si prende mai troppo sul serio. Ad oggi la trilogia è molto amata dai fan, ed è rimasta nell’immaginario di tutti proprio perché ha segnato un’epoca, quella del grande blockbuster americano. Nonostante le voci di un possibile remake o di un sequel si sono rincorse per molto tempo, il regista ha sempre smentito le voci. I tre film da luglio sono disponibili su Netflix in versione restaurata.

Il codice da Vinci

Impossibile non menzionare il film di Ron Howard, ispirato al libro scandalo di Dan Brown. Presentato nel 2006 in anteprima al Festival del Cinema di Cannes, Il Codice da Vinci fin da subito ha suscitato molte polemiche, per via di quella sua storia a tratti blasfema che remava contro tutti i prismi della cristianità. Tra storia, mito e leggenda, il film (come il libro) inizia con un omicidio fra le gallerie del Louvre per mano di Silas, uno dei membri dell’Opus Dei, per coinvolgere poi il professor Robert Langdon (interpretato da Tom Hanks) in una corsa tra le strade di Parigi alla ricerca del famigerato Santo Graal. Un viaggio che l’esperto condivide con Sophie Neveu, crittologa della polizia francese e legata con un doppio filo all’omicidio avvenuto nel museo.

Ma non è facile destreggiarsi nei meandri de Il Codice da Vinci. Il film è un intricato puzzle di idee e solo alla fine si riesce a comprendere dove finisce la finzione e dove inizia la verità. Nonostante ha ricevuto un buon consenso da parte del pubblico, la critica non è stata poi così tanto benevola, solo per il fatto che il film si distacca dal romanzo di riferimento, proponendo una storia non così tanto fedele al libro scritto da Dan Brown. Nel 2009 lo stesso Ron Howard ha portato al cinema Angeli e Demoni, sponsorizzato come sequel quando in realtà il libro è stato pubblicato prima de il Codice da Vinci. Dalla serie è stato portato al cinema anche Inferno e ora in America si pensa a una serie tv sulla gioventù di Robert Langdon.

Da luglio il film è su Netflix.

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