Il Teatro dell'Arte tornerà a vivere grazie ad Albertazzi

RomaI camerini sono sempre quelli, appesi al gancio ci sono i resti dei costumi che furono di Gassman, della Magnani, di Bene e di Albertazzi. Nei portacenere ancora qualche mozzicone di sigaretta sommerso dalla sabbia. Il Teatro dell'Arte di via Sicilia, centro metri da via Veneto, è ancora lì, rudere che ricorda l'età d'oro del nostro teatro e che aspetta di tornare in auge intitolato ad Anna Proclemer. E pare proprio sia arrivato il momento del restauro. Lo stanziamento (per metà privato grazie alla Cassa dei Ragionieri) è stato annunciato ieri dal sovrintendente Broccoli. Ci vorranno almeno un paio di anni. L'idea è quella di trasformare il prestigioso spazio in un Gimnasium come lo ha definito Giorgio Albertazzi, promotore artistico di quello che «non sarà solo un teatro ma un centro di irradiazione culturale».
La struttura, all'interno del palazzo dell'ex liceo Righi (dove ha studiato Alemanno), è stata abbandonata per 15 anni: ora, una parte verrà restaurata e un'altra subirà interventi tecnici ex novo. Verrà allargato il palcoscenico, alzato il graticcio e realizzato uno spazio polifunzionale che può cambiare a seconda delle esigenze. Inoltre verranno installate 352 poltrone ribaltabili. Nella corte esterna apriranno botteghe artigiane dello spettacolo con una piazza arricchita da aiuole. A ruota libera Albertazzi: «La nascita di un teatro dà luce a tutta la città, fa bene all'anima e fa tornare giovani.

Ho tentato vanamente di creare progetti teatrali a Genova e a Firenze, finalmente ci riuscirò a Roma perché il teatro è eros e noi vogliamo arrivare all'orgasmo teatrale!». Questione di punti di vista, Ennio Flajano (tra i frequentatori del teatro degli Artisti) diceva spesso: «Vado volentieri a teatro, si dorme bene».

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