D'altronde mica pretendono altro. Il concerto dei Thegiornalisti è un festoso elogio della normalità, quella più divertente, spensierata, calorosa. È la ricetta che in tre anni li ha trasformati da band presunta indie (l'indie è uno spirito o una situazione contrattuale?) a fenomeno pop capace di vendere centomila biglietti a tour. Con due date al Forum hanno quasi concluso (finisce stasera al Palalottomatica di Roma) la prima parte di un giro che riprende in primavera con un'altra infornata di spettacoli candidati al sold out. Al centro di tutto, anche se lui non lo ammetterà mai, c'è Tommaso Paradiso, cantante e leader, salvo rare incursioni degli altri due della band, Marco Primavera e Marco Antonio Musella, che sono fondamentali ma non protagonisti (tutti e tre sono «davanti» nel momento acustico con Io non esisto, «la prima canzone che ci ha raccontato»).
È lui, piacione e istintivo, a diventare il booster di un concerto che non ha pretese scenografiche, non lancia messaggi epocali, non vuole battere record. Il palco è tutto sommato «minimal» con un megaschermo dalla risoluzione non certo avveniristica e un assetto che spinge la band a una ritualità quasi vintage: il frontman davanti, i musicisti ai lati eccetera. Dopotutto non c'è bisogno d'altro perché i Thegiornalisti dal vivo non sono un manifesto di virtuosismo né lo vogliono essere. Non lanciano messaggi, anzi sì. Ne lanciano uno solo, forse uno dei più dimenticati: i concerti sono una festa. Con i Thegiornalisti sul palco sembra sempre un'estate vecchio stile, quella con la chitarra acustica in mezzo alla compagnia che canta le canzoni del momento. E non è un'immagine destinata agli archivi storici dei nostalgici. A giudicare da quanto si è visto/ascoltato l'altra sera, Tommaso Paradiso e i suoi Thegiornalisti hanno la capacità di trasformare un palazzetto in una spiaggia e le due ore di concerto in una vacanza. A far la differenza è l'atmosfera, non solo le canzoni. E il pubblico ha una rara potenza di fuoco vocale nel cantare in coro tutti i brani, non soltanto gli strafamosi Completamente, Felicità puttana, Riccione o New York.
Reagisce all'istante persino quando Paradiso, che non è certo precisissimo nelle sue parti vocali, attacca qualche battuta di Albachiara di Vasco o Paracetamolo di Calcutta. Segno che i Thegiornalisti, per fortuna e per merito, si sono inseriti in una fascia musicale sempre più scoperta: quella delle canzoni da condividere per divertirsi. E non è così sbagliato, in fondo.
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