Impossibile fermare Piero Pelù. Rispetto a trent'anni fa, quando era un rockettaro senza se e senza ma, è più diplomatico e sinuoso. Ma anche oggi, tanto che presenta la raccolta delle sue canzoni soliste Identikit (con due inediti) dice la sua su tutto. Su Renzi, fiorentino come lui: «Un berluschino, è un altro altro granchio». Su Papa Francesco: «Mi piace anche se non mi sperticherò mai per un prete o un politico». Sulla criminalità organizzata: «La lobby più pericolosa è la mafia. Ho scritto per Noemi un pezzo sulle donne che si sono schierate contro la 'ndrangheta». Su X Factor: «Non ho l'abbonamento a Sky, ma mi piace molto Rai 5». E sui Litfiba: «Sono in fermo biologico, siamo in fase di ripopolamento e cultura ma torneremo a fine 2014». Insomma, non è più la forza della natura di 17 Re del 1986 perché ha 51 anni e la sua carriera ha attraversato, come recita il titolo di uno dei due nuovi brani inediti, Mille uragani. Però, tanto che si accarezza il pizzetto imbiancato dal tempo, dice la frase che lo riassume meglio: «Io non faccio il liscio, faccio il ruvido». Piaccia o no, con i Litfiba Piero Pelù ha trainato il rock italiano fuori dai manierismi prog. E da solista ha scritto brani come Dea Musica o Bene bene male male che hanno un loro piccolo posto nella storia. E con Occhi (dedicata agli sbarchi a Lampedusa) o Il mio nome è mai più (incisa con Jovanotti e Ligabue, reincisa nel 2008) ha sfiorato temi di clamorosa attualità.
Perciò oggi è uno dei mostri sacri della musica, uno dei pochi che possa dire «tornerò a The Voice solo se ci sarà più rock». Lui tornerà di sicuro. Ma se ci fosse più rock avrebbe realizzato un'altra delle sue missioni impossibili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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