Tornano i Thegiornalisti: "Ci piace cambiare il nostro pop da cinema"

Esce il disco «Love» e il leader Tommaso Paradiso rivela: «Ho un film pronto, cerco il regista giusto»

Tornano i Thegiornalisti: "Ci piace cambiare il nostro pop da cinema"

Di certo lui ha le parole giuste. Tommaso Paradiso è uno dei portavoce del pop perché i suoi brani intercettano (talvolta anticipano) lo spirito del tempo, mica poco. «Scrivo perché ho bisogno di comunicare, se fossi un bravo pittore, avrei dipinto quadri» spiega con il suo favoloso dono della sintesi. Da un paio d'anni è il golden boy della classifica, sia collaborando con altri (da Luca Carboni a Fabri Fibra) sia pubblicando con i suoi Thegiornalisti dischi come questo nuovo Love, uno dei più attesi dell'anno. Per farla breve, Love è un catalogo di musica e parole che diventa l'identikit dei trentenni, quelli che «Zero stare sereno» perché vivono da soli «e la casa è un casino» mentre si fanno i conti con le prime vere, profonde sberle d'amore (L'ultimo giorno della Terra è uno dei più intensi del disco).

«Sono un uomo molto comune e scrivo cose che sento sulla pelle», spiega dopo aver fatto un po' di palestra per prepararsi al tipico tour de force delle band rivelazione. Ora il disco, poi il «tour instore» per incontrare il pubblico e infine, dalla data zero di Vigevano del 19 ottobre, un mese di concerti già quasi esauriti con la bellezza di centomila biglietti venduti. «Sarà uno spettacolo davvero diverso rispetto a quelli del passato, il palco sarà gigante anche perché saremo in molti con archi e fiati e pure coriste gospel». Quando parla, Tommaso Paradiso, che è un romano di 35 anni, ha il talento divulgativo di chi sa spiegare gli stati d'animo con le parole giuste: «La vita quotidiana mi ispira i testi. Però, a differenza di molti che si accontentano di stare comodi nella propria comfort zone, a noi piace cambiare».

E quando dice «noi» si riferisce anche a Marco Primavera e Marco Antonio «Rissa» Musella che dal 2009 sono i protagonisti di uno dei rari esempi di band diventata mainstream pur rimanendo con una piccola etichetta, la storica Carosello. «Anche se qualcuno pensa il contrario, i Thegiornalisti rimangono, non si separano. Siamo equilibrati, ognuno ha le proprie competenze e io mai mi permetterei di mettere bocca, ad esempio, nel lavoro di Rissa alla chitarra. Però, se un giorno io decidessi di fare un disco solista di folk neozelandese (ride - ndr), loro mi aspetterebbero».

Intanto per un po' non accadrà, se non altro perché da Riccione, ossia il tormentone per eccellenza del 2017, fino a Felicità puttana (con quel «ti mando un vocale di 10 minuti» che è diventato uno slogan dell'estate), i Thegiornalisti sono abbonati alle radio e alla top ten e lui, il golden boy, è uno degli artisti più cliccati, paparazzati e ovviamente pedinati dagli haters sul web: «Spesso i social sono la negazione del talento, io credo si debba avere rispetto per chi fa con cura e passione il proprio lavoro, non sparare a zero solo per il gusto di sfogarsi», spiega una volta tanto un po' incazzato. Dopo aver macinato un bella dose di gavetta, è arrivato al top grazie alla voglia di «dimostrare quanto fossi bravo a chi mi sfotteva o a chi mi chiedeva quando avrei iniziato a fare il lavoro di mia mamma (grossista di pietre preziose - ndr)».

E tutta quest'energia mica si ferma solo alla musica, anzi. «Ho scritto il copione di un film, una commedia romantica amara, che voglio dare al regista giusto.

A me piacerebbero Virzì o Muccino o Sorrentino, vedremo. Intanto devo capire chi potrebbe essere il protagonista, non lo cerco né vecchio né giovane». Magari ci penserà in tour, cantando canzoni che, a pensarci bene, sono in fondo le scene di un unico film.

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