«Torno alle mie origini e mi vesto (anche) di reggae»

Dopo il tormentone «Mi hai fatto fare tardi», la cantautrice pubblica il disco «Modern art»

«Torno alle mie origini e mi vesto (anche) di reggae»

Ma quanta energia ha Nina Zilli, così in movimento da aver rivoluzionato pure la propria musica. Non a caso il suo nuovo disco Modern Art è un ritorno al passato (nello spirito reggae degli esordi) e un'occhiata al futuro (nell'uso inedito per lei di certa elettronica). E d è stato lanciato da un brano che è stato uno dei tormentoni dell'estate quel Mi hai fatto fare tardi, scritto con Dario Faini, Calcutta e Tommaso Paradiso, che ha incrociato una platea di grandi e piccini come accade sempre più spesso ai successi pop. «Ma quasi tutto il resto me lo sono fatto da sola», spiega lei che il 19 settembre sarà all'Arena di Verona per il Power Hits Estate di Rtl 102.5. «A questo giro volevo liberarmi di tanti vincoli inutili accumulati negli anni», dice con un sorriso largo così.

Ad esempio quali?

«Ho voluto allontanarmi da alcuni suoni, che peraltro amo tantissimo, e mostrare altre sfaccettature».

Dopotutto Nina Zilli è una cantautrice. E spesso passa in secondo piano.

«Per scrivere questo disco ho avuto bisogno di chiudermi nella mia cameretta, da sola. Quando scrivo, sono spontanea e riscopro dimensioni e pensieri che, giorno dopo giorno, si erano nascosti».

Nell'epoca social c'è bisogno di solitudine.

«Non sempre i social network sono socialmente utili, anzi. Passiamo il tempo concentrati sui nostri smartphone a parlare di noi stessi, a postare foto di noi stessi, foto di ciò che facciamo, mangiamo, vediamo. Ogni tanto bisogna staccare e ritrovarsi».

Lei è «tecnologica»?

«Quanto basta, ma senza esagerare».

In Modern Art c'è atmosfera di Giamaica.

«Mi sono innamorata di Bob Marley da bambina, quando neppure capivo il significato dei suoi testi».

Nel disco c'è anche la cover di Il mio posto qual è, scritta daFranco Califano per Ornella Vanoni.

«Un brano che mi ha anche messo timore tanto è importante e vicino a ciò che sento, specialmente davanti alle notizie di cronaca, ai telegiornali e ai siti di news».

Sulla copertina del disco (e anche in un ciondolo al collo) ha il simbolo della pace.

«Non avrei mai pensato di affrontare temi così, ma quello che ci accade intorno lo rende quasi indispensabile».

E il tour?

«Debutto a Crema il 13 ottobre e poi tante date fino a fine novembre».

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