Torte in faccia. Scarponi a pranzo (Charlie Chaplin docet). Fast food (se si togliessero i fast food dai film di Hollywood perderemmo mezzo cinema americano). Pane, amore e... pasta (la scena di Sordi-Moriconi che si vendica col piatto di spaghetti che lo provoca, «...e io me te magno!», fa parte della storia dela nazione). Identità etnico-culinarie (l'ultimo film di successo in materia è Amore, cucina e curry di Lasse Hallström, stesso regista di Chocolat), cibo&amore (la filmografia è infinita), cibo&sesso (la filmografia è sterminata, ma il nostro personalissimo Oscar va alla sequenza davanti al frigorifero di Nove settimane e mezzo), cene fra amici (mezzo cinema italiano si svolge tra cucina, tinello e sala da pranzo... da I soliti ignoti a Perfetti sconosciuti), e poi grandi abbuffate, pranzi diplomatici, grossi grassi matrimoni greci... La letteratura su cinema&cibo è vastissima.
Ma fra tanti titoli si distingue il nuovo Cinema à la carte (Gremese) del giornalista-cinefilo Stefano Giani che affronta l'argomento per temi, sottolineando ruolo e funzioni del cibo sul grande schermo in rapporto alla politica, alla società, alla religione, al costume. Un volume, delizioso ça va sans dire, leggendo il quale si scopre ad esempio che:
ANTIPASTI D'ANTAN Il cinema nasce a tavola. Tra i brevi filmati proiettati dai Lumière il 28 dicembre 1895, data di nascita della Settima arte, Le repas de bébe inquadra Auguste Lumiére e la moglie nell'atto di dare da mangiare al figlio sul seggiolone. Méliès si divertirà invece con cucine stregate e pranzi bizzarri.
RUTTI&CENSURE Il pranzo più scandaloso di sempre è quello divorato dal buon ladrone ne La ricotta di Pasolini (1963). Il film fu accusato di vilipendio alla religione per la rumorosa digestione del ladrone sulla croce. Burp.
FINEZZE Il topos dell'«ultima cena» ha raggiunto esiti cinematografici altissimi. Si pensi a Frenzy (1972) di Hitchcock in cui l'assassino dopo aver strangolato le sue vittime finisce di sbocconcellare il loro (ultimo) pasto e poi si pulisce i denti col fermacravatte.
MACELLERIA In tema di cannibalismo (frequentatissimo dal cinema) spiccano il corpo del rivale in amore cucinato in gelatina in Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante (1989) di Peter Greenaway; ovviamente la grigliata con carne umana in Pomodori verdi fritti alla fermata del treno (1991); ma soprattutto la battuta di Hannibal Lecter ne Il silenzio degli innocenti (1991): «Stasera aspetto un vecchio
amico per cena».ALLA «RECHERCHE» DI UN TOPO La citazione letteraria più colta della storia del cinema si trova in un cartoon: la madeleine proustiana del critico gastronomico in Ratatouille (2007) è sublime.
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