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Finisce La casa di carta. Ma cosa ne sarà del fenomeno?

Dal 3 dicembre su Netflix arrivano gli ultimi episodi de La casa di carta. Una serie che è diventata un fenomeno mondiale si conclude all'apice del successo

Finisce La casa di carta. Ma cosa ne sarà del fenomeno?

Non è facile scrivere la parola fine a una serie tv che, nel corso degli ultimi anni, ha regalato tante emozioni al pubblico. Ma niente dura per sempre. Per questo motivo c’è un po’ di amara tristezza tra i fan de La casa di carta dato che, dal tre dicembre, su Netflix arrivano i cinque episodi della terza e ultima stagione. In realtà la serie tv è divisa in parti, non in stagioni. Quelli che sono arrivati nel catalogo italiano fanno parte del quinto arco narrativo suddiviso in due trance da 5 episodi ciascuno. Ora è arrivato di scoprire quale sarà il destino finale de Il Professore e di tutto il resto della banda, presi di mira dalle Forze Speciali dopo la rapina alla Banca di Spagna. Pochi gli spoiler in rete, tranne per quale indiscrezione che non ha trovato (fino a ora) nessun fondamento. Ogni cosa è sotto il più stretto riservo, proprio per non rovinare la sorpresa al fan più accanito. In effetti, c’è molta curiosità in merito al capitolo finale de La casa di carta perché, secondo le prime indiscrezioni, nessuno dei protagonisti è veramente al sicuro e la situazione potrebbe capovolgersi da un momento all’altro. Questo fa parte del gioco e chi ha seguito la serie fin dal primo episodio sa a cosa va incontro.

Far calare il sipario, però, è stata una scelta saggia da parte della produzione. Chiudere ora e all’apice del successo ha permesso alla storia di compiere il suo percorso e di esaurire – senza forzature – tutte le trame e gli intrecci fra i personaggi. E nonostante gli scivoloni e alcuni colpi di scena poco incisivi, La casa di carta ha conservato la sua identità. Proprio per questo motivo è diventata un fenomeno mondiale senza precedenti. Ha macinato un consenso dopo l’altro e ha dominato tutte le classifiche di gradimento per settimane, scalzando (almeno su Netflix) serie come Lucifer e You. Ma, dopo l’ultimo episodio, cosa ne sarà del mito de La casa di carta? Scatterà la corsa per trovare l’erede morale alla banda di sovversivi televisivi più amati di sempre.

È stata la serie che ha lanciato Netflix alla conquista del mercato europeo

All’inizio non è stato un successo fulminate per La casa di carta. La serie tv, infatti, prima di approdare su Netflix e raggiungere una grande platea di spettatori, è stata trasmessa per la prima volta in Spagna nel 2017 su Antena 3. La prima stagione è stata divisa due parti da 13 e 9 episodi, ma nonostante il primo episodio fosse stato baciato da oltre 4 milioni di telespettatori, gli ascolti sono crollati a picco settimana dopo settimana tanto è vero che si paventava persino una cancellazione. In realtà, la prima stagione è anche piuttosto esaustiva, ma è con l’arrivo di Netflix che le cose si sono fatte più interessanti.

Il colosso acquista il prodotto e lo mette a disposizione per i suoi abbonati in un’ottica di espansione, così da comprendere in quale territorio è possibile investire in nuove produzioni. L’accoglienza è stata tiepida ma grazie al passaparola la serie è diventata una tra le più seguite su Netflix. Tanto da convincere il network in streaming nel produrre nuovi episodi. A una seconda stagione, più action e meno riflessiva, anche lei divisa in due parti, fa seguito una terza che conta solo 10 episodi suddivisa in altrettanti 5 capitoli. Netflix si trova così di fronte a una gallina dalle uova d’oro, a una serie tv di enorme successo che ha spianato la strada per una riscoperta della tradizione televisiva spagnola, tanto da convincere il canale a produrre altre serie simili solo per cavalcare l’onda del successo. Che sia stato giusto o sbagliato questo non è dato saperlo. Ma senza La casa di carta non ci sarebbero state tante altre serie tv che oggi hanno trovato spazio su Netflix.

La maschera di Dalì come simbolo culturale

Amata per la sua irriverenza e per una trama molto bizzarra, è una serie che ha destato tanto interesse perché ha raccontato una storia universale. Quella di un gruppo di sovversivi dal cuore tenero, guidati da grandi valori, e che si scagliano le leggi degli uomini, contro una società gretta e menefreghista nei riguardi delle minoranze, soprattutto verso quelle persone che sono state risucchiate da un mondo che non regala a nessuno una seconda possibilità. I rapinatori, che prima assalgono la Zecca dello Stato e poi la Banca di Spagna, si presentano come dei moderni super-eroi con indosso una tuta rossa e una maschera di Dalì. Un accessorio che poi è diventato un simbolo, come ha rivelato lo stesso creatore della serie. Il celebre artista di origini spagnole è stato scelto proprio perché in Spagna è una vera e propria icona, un punto di rifermato per chi vive nell’ambiente culturale madrileno. Scelto soprattutto come tratto distintivo.

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Bella Ciao, l’inno antifascista

Il canto popolare italiano, utilizzato in Italia tra i ranghi della Resistenza durante il Secondo conflitto mondiale come inno contro le oppressioni, ne La casa di carta diventa un vero e proprio fenomeno, tanto da essere cantato più volte dai personaggi. È proprio il personaggio di Tokyo che racconta le motivazioni di questa scelta. "La vita del Professore ha girato attorno a una sola idea: la resistenza", rivela il personaggio in uno degli episodi della serie. Questo perché suo nonno da Partigiano aveva combattuto contro i fascisti in Italia, e ha insegnato la canzone al nipote. Il Professore a sua volta ha trasmesso l’eredità ai suoi compagni di squadra.

Il testo ha una rilettura molto emblatica nella storia del nostro paese. Ma non è questo il punto. Declinata nel contesto televisivo de La casa di carta è alla base del significato intrinseco della serie tv, visto come un inno alla resistenza in un mondo dove tutti siamo oppressi dai "poteri forti". Cantata per la prima volta da Il Professore e Berlino in una scena che è diventata cult, la nuova versione è entrata persino nella classifica ufficiale francese e spagnola. Una versione remixata poi ha raggiunto anche la top 10 della classifica tedesca.

Dopo La Casa di Carta è mania per le serie spagnole

Una serie cult che ha infiammato le platee del web e che ha visto tornare in auge l’interesse per le serie spagnola. Da sempre fenomeno di poco spessore, oggi grazie a La casa di carta le serie europee hanno trovato un vero e proprio punto di svolta. Come si evince dal fenomeno di Elite, serie teen-mystery dalle venature hot che condivide alcuni attori con La casa di carta; come Valeria, storia di una scrittrice in crisi creativa che si muove in una Madrid cosmopolita; oppure come Sky Rojo, creata proprio da Alex Pina, che spinge l’acceleratore su una storia femminista con tratti molto simili alla poetica di Tarantino. E questi sono solo alcuni degli esempi più lampanti.

Poi lo spin-off su Berlino e il remake coreano

L’ultima stagione però porta con sé tante novità.

Dopo la fine de La casa di carta su Netflix verrà prodotta una serie gemella incentrata sulla figura di Berlino, uno dei personaggi più amati, per una trasmissione prevista nel 2023. E non è tutto. In Corea si pensa anche a un remake che sarà disponibile dal prossimo anno. Un fenomeno di nicchia quello de La casa di carta che poi è diventato mondiale.

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