Cultura e Spettacoli

Un ultimo duello riuscito solo a metà

Il "duello di Dio" era utilizzato a volte nel Medioevo per risolvere alcune contese giudiziarie

Un ultimo duello riuscito solo a metà

Il «duello di Dio» era utilizzato a volte nel Medioevo per risolvere alcune contese giudiziarie. I due contendenti si battevano fino all'ultimo sangue, confidando nel fatto che il vincitore non sarebbe stato tale per i suoi meriti, ma per il volere di Dio che in pratica indirizzava lo scontro premiando lo sfidante che era nel giusto. Ridley Scott ha deciso di raccontare, in The Last Duel, l'ultimo «duello di Dio» legittimato dalla legge francese, quello avvenuto tra il cavaliere Jean de Carrouges (un Matt Damon mai convincente) e lo scudiero Jacques Le Gris (il meraviglioso Adam Driver). La moglie del primo, Marguerite (l'efficace Jodie Comer), infatti, affermava di essere stata stuprata dal secondo, ma senza prove concrete, se non la sua sola parola; poca cosa, all'epoca, visto che la moglie era considerata alla stregua di «una proprietà del marito». L'unica soluzione era affidarsi al duello, anche se la questione di fondo era più la rivalità tra i due maschi alfa, diventando lo stupro solo il pretesto per risolvere il loro astio, nato anche per la gelosia nei confronti di Pierre d'Alençon (un Ben Affleck ossigenato), conte e cugino del re Carlo VI. Scott, che sa adattarsi al moderno senza perdere la sua cifra autoriale, si affida a una struttura narrativa che pesca anche dalle serie tv, in particolare dal famoso The Affair, per raccontare, per tre volte, la stessa vicenda, ogni volta secondo il punto di vista di uno dei tre protagonisti. Ovviamente, ricostruzioni ben diverse tra di loro. È evidente la sua predilezione per il personaggio di Marguerite, pronta a morire (è la sorte che le tocca, in caso di uccisione del marito) pur di affermare la sua verità, visto che nessuno le crede (il pensiero al MeToo è immediato). Scott, re della grand art, regala momenti da brividi, come appunto quello del duello finale, così come la vestizione dei due duellanti, che apre il film. Peccato però ce ne siano altri di «stanca» (tutta la parte centrale) che spezzano il ritmo, facendo perdere, in alcuni momenti, interesse e attenzione.

Chiara è anche la sua contrarietà ai duelli, chiudendo, 45 anni dopo, il cerchio aperto da I duellanti.

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