Cultura e Spettacoli

La velina di Striscia insultata: "In piazza per lo ius soli"

Mikaela Neaze Silva, figlia di stranieri e velina di Striscia la Notizia scende in campo per lo ius soli

La velina di Striscia insultata: "In piazza per lo ius soli"

Mikaela Neaze Silva, figlia di stranieri e velina di Striscia la Notizia scende in campo per lo ius soli. Per il momento non aderisce allo sciopero della fame lanciato da alcuni docenti e da alcuni parlamentari della maggioranza, ma chiede una manifestazione di piazza. Mikaela affrema: "Lo sciopero della fame? Un atto di coraggio, certo. Ma io scenderei in piazza... Per la battaglia dello ius soli servirebbe una bella manifestazione di piazza, e io ci andrei molto volentieri", spiega in un'intervista a Repubblica. Poi parla degli insulti che ha ricevuto in questi giorni: "Perché io non vengo considerata italiana, pur vivendo qui dall'età di 6 anni. Ho fatto ben tre cicli di scuola, fino alla maturità, e aspetto ancora di avere la cittadinanza. Ho fatto la domanda, e spero che arrivi presto il documento. In più, sono molto stanca dei molti attacchi che ho subito, quando Striscia ha annunciato che sarei stata la velina bionda. Hanno detto che, con tutte le ragazze italiane che c'erano, proprio me, un'africana! dovevano andare a prendere". Lo staff di Striscia ha cercato di tranquillizzarla: "Mi hanno detto "stai tranquilla sono solo una banda di odiatori di professione, di hater". Ma quegli insulti le pesano: "o abbandonato Facebook a dicembre, perché è semplicemente insopportabile. Tutti possono trovarti, non c'è privacy. E anche su Instagram, io ci sono poco. Però le cose me le hanno fatte vedere. Mia madre, che è afgana, è attiva su Facebook e mi ha mostrato molte cose orrende. Io però penso che non bisogna dare troppa importanza ai razzisti, perché loro cercano una vetrina, e solo così sono contenti. Bisogna ignorarli". Infine parla di alcuni episodi di razzismo che l'hanno segnata nel passato: "Al liceo linguistico una prof mi ha fatto fare un corso di italiano per stranieri. Volevo dirle 'guarda che l'italiano lo parlo meglio di te, che hai l'accento genovese. E so fare il pesto, io'. Il corso però l'ho fatto. E comunque parlo anche genovese, eh eh. Poi parlo portoghese, inglese, francese.

E un po' di cinese, perché ho lavorato lì tre anni".

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