"La vera Mary Poppins? Una bisbetica domata dall'astuzia di Disney"

In "Saving Mr. Banks" l'attrice interpreta la Travers, scrittrice che inventò il personaggio diventato famosissimo grazie al cinema

È rimasto negli annali del cinema il discorso di ringraziamento che Emma Thompson proferì in perfetto stile Jane Austen ricevendo l'Oscar per la sceneggiatura di Ragione e sentimento (1996). «Prima di venire qua», disse la grande attrice londinese classe '59, «mi sono recata sulla tomba della Austen alla Winchester Cathedral per renderle omaggio e riferirle gli incassi del film al botteghino e dirle quanto stia tirando in Urugay». Tutti giù a ridere. L'umorismo mordente e molto british della Thompson (Oscar anche come attrice nel 1992 per Howard's End) è leggendario e palese in ogni suo ruolo (tranne rare eccezioni drammatiche, come In nome del padre) e in ogni incontro. Riversa adesso tutto il suo eccentrico talento di figlia d'arte (proviene da una famiglia di attori di teatro) nel ruolo dell'autrice di Mary Poppins, P.L. Travers, nel film Saving Mr. Banks, in uscita la settimana prossima in Italia. Una straordinaria interpretazione la sua (candidatura al Golden Globes, ma non agli Oscar, un'esclusione che ha sorpreso molti), in un film diretto da John Lee Hankock, con Tom Hanks nel ruolo di Walt Disney, e poi Paul Giamatti e Jason Schwartzman. Un film della Disney su un film della Disney, cronaca del retroscena di come Uncle Walt riuscì, nel 1961, a convincere la riluttante Travers a concedergli i diritti della serie di libri su Mary Poppins per farne un film. La Travers viaggia da Londra a Los Angeles, e per due settimane lavora sul copione con gli sceneggiatori e i musicisti, mentre discute e battibecca con Disney per l'estetica e tematica del celebre film del 1964, che poi la Travers avrebbe molto amato. Ne abbiamo parlato a Los Angeles con la Thompson.
Mrs. Thompson, ci parla dell'eccentrica Travers in questo film?
«Si recò a Los Angeles ufficialmente per collaborare alla realizzazione del film - niente animazione e niente canzoni! continuava a pretendere - ma sotto sotto tentava di sabotare il tutto. È stato interessante recitare qualcuno che dice: “Va bene, leggiamo questo... Uh, che brutto. No, questo va tolto. Andiamo male, ragazzi, questa non è arte, io sono una poetessa, andate tutti al diavolo!” Insomma un incubo».
Però Walt...
«Esatto. Walt Disney, con quel suo charme da sempliciotto americano, ma molto scaltro, riesce a rigirarsi la Travers come un pedalino, senza che lei nemmeno se ne rendesse conto. Il film è in pratica la storia di una seduzione artistica».
Tom Hanks l'ha sedotta?
«Sul set facevamo finta di essere i nostri personaggi. Lui mi chiamava Emmy e io continuavo a dirgli, “Gradirei essere chiamata Mrs. Thompson”, come faceva la Travers con Walt. Io lo chiamavo Mr. Hanks e lui, come Walt, mi diceva “Chiamami Tom, per tutti sono solo Tom”. Beh, peggio per lui. Seriamente: siamo diventati grandi amici. Tom insiste che io mi trasferisca a Hollywood - dove la scorsa settimana mi hanno onorato con la placca sul marciapiede delle star. Tom mi dice sempre: Emma vieni qua da noi, sei molto più apprezzata in America che lì da te tra quegli snob britannici. Magari ha ragione, ma io rimango a Londra. E non mi considero una snob».
Sappiamo che sta per tornare al suo vecchio amore, il teatro, a Broadway. Ce ne parla?
«Sì, debuttterò in teatro all'inizio di marzo per cinque giorni nel ruolo di Mrs. Lovett nella produzione della New York Philharmonic di Sweeney Todd al Lincoln Center, con il baritono gallese Bryn Terfel nel ruolo del titolo. Una bella sfida. Ho appena completato le riprese di due film, Effie Gray e Voyage of time, e girerò presto il thriller comico The Long Midnight of Barney Thomson diretto dal mio amico e connazionale Robert Carlyle, l'attore di Trainspotting. Vi recito una madre castrante, la sua».
Cinquanta - l'età - è bello?
«Sono ancora in grado di imbruttirmi, come per P.L. Travers, che era più anziana di me al tempo della narrazione. Se riesci a imbruttirti vuol dire che stai ancora bene! Come donna matura io dico: non mi sottoporrò mai alla chirurgia plastica per assomigliare a Kim Kardashian!" Io non diventerò mai un fenomeno da baraccone con le labbra pompate».
C'è qualcosa di politico in questo?
In questo senso sia io sia mia figlia Gia, che ha appena compiuto 14 anni, siamo politiche.

Si dice sempre - si diceva almeno - che il privato è politico, giusto? La modella con quel culo pazzesco Instagram che fa invidia a tutte le ragazzine del mondo è anch'esso una minaccia al privato e alla politica femminile. Sia io che mia figlia ci opponiamo alla dittatura della bellezza in serie e ci ostiniamo a essere noi stesse, belle o brutte, ma sveglie».

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