Diciamolo: gli è andata bene. E scommettiamoci: gli andrà sempre meglio. Applausi a Scooter Braun, è il Re Mida del neo pop, quello per adolescentissimi (nuova fascia d'età che va dagli 8 anni ai 20 circa), quello che può godere della più clamorosa platea mai immaginata per qualsiasi popstar. Il web. Sterminata. Simultanea. Planetaria. Per capirci, è stato lui a inventarsi Justin Bieber che, oggi come oggi, è l'hedge fund della musica mondiale: un investimento dalle possibilità di guadagno infinite. L'ha scoperto pochi anni fa su YouTube e non l'ha più mollato. Oggi - così ci facciamo un'idea - il canale di YouTube dedicato a Bieber conta più di tre miliardi di contatti. E su Twitter arriva un nuovo follower ogni secondo (27.759.011 alle 18.15 di ieri sera). I dischi sono numeri uno in classifica in almeno venti nazioni. I concerti tutti esauriti in almeno trenta. Chi leggerà quest'articolo probabilmente non lo conosce neppure. Ma si prepari: i suoi figli lo conoscono benissimo, spesso maniacalmente bene, e a marzo Justin Bieber arriverà in Italia. Perciò sostanzialmente il suo concerto a Casalecchio di Reno il 23 marzo è un avviso di garanzia per qualsiasi genitore: sarete innocenti solo se riuscirete a trovare un biglietto, costi quel che costi. Ma visto che è tutto esaurito da mesi, preparatevi alla condanna. Insomma, ci siamo capiti: Scooter Braun ha un nome a metà tra una Vespa 50 e un Silkepil ma al confronto il colonnello Parker, contestatissimo e ricchissimo controllore di Elvis Presley, o Peter Grant ossia il quinto Led Zeppelin, erano dilettanti squattrinati. Come cambiano i tempi.
Scooter Braun ha 31 anni, è nato a New York da una famiglia di ebrei ungheresi fuggiti poco prima che l'Unione Sovietica castrasse la rivoluzione del 1956. Un nerd senza scampo, a detta di tutti. Al liceo ha giocato a basket per tre anni ma si è reso conto presto che non sarebbe mai diventato un altro Michael Jordan. Perciò si è accontentato di diventare rappresentante di classe. Poi, all'Università, ha mollato dopo poco e probabilmente ha fatto bene: non sarebbe mai sopravvissuto a una società di commercialisti a Manhattan o a qualche mega studio da dentista come quelli di suo nonno e di suo papà. In un bellissimo ritratto del New Yorker si legge che il supereroe preferito di Scooter Braun era Superman. Difatti: «Justin Bieber è nato con i poteri di Superman: sa cantare, sa ballare, sa suonare gli strumenti. Io non sono nato con tutti questi super poteri e quindi ho dovuto diventare un altro tipo di super eroe».
Tutt'altro tipo.
Il suo modello è David Geffen, discografico e produttore cinematografico nonché presunto ex fidanzato di Keanu Reeves che mise sotto contratto gente come Guns N'Roses o Nirvana o Elton John o Cher e che nel 1990 vendette la sua etichetta a quella che oggi è Universal per la bellezza di 710 milioni di dollari. Scooter Braun è sulla buona strada. Ha già fondato due etichette discografiche (la RBMG e la Schoolboy Records) e in un annetto ha lanciato due megaseller come la boy band The Wanted, ossia la risposta «sporca» agli One Direction che ora hanno 1.6 milioni di amici su Facebook e mezzo milione su Twitter. E poi Carly Rae Jepsen, la titolare del tormentone Call me maybe che è il perfetto esempio di come lavora Scooter Braun. L'ha messa sotto contratto e poi ha imposto a Justin Bieber di twittare che la sua canzone era la «più orecchiabile di sempre». Boom. Primo posto in tutto il mondo. Però, dopo aver incontrato Geffen a una festa a Manhattan, Scooter ha anche contabilizzato il suo consiglio: «Esci dal circuito strettamente musicale». Traduzione: sfrutta i tuoi idoli pop per lanciare altri prodotti. Detto, fatto. Justin Bieber ha lanciato un profumo («Someday») che finora ha fruttato 120 milioni di dollari, molti dei quali finiti sul conto di Braun.
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