Un viaggio sui set dove è nato il sogno di essere cowboy

Tatti Sanguineti e Carlo Gaberscek accompagnano il telespettatore sui luoghi dove John Ford ha "inventato" la frontiera. Barando

Si chiama Far West. Ed è più che altro un luogo dell'immaginario. Un po' perché, davvero, la frontiera degli Stati Uniti era in continuo movimento. Mandrie, cowboys, soldati con la divisa blu, si spostavano senza sosta. Quindi è difficile dire: «Il West era qui». Ma il West è un luogo della fantasia soprattutto perché quello che abbiamo negli occhi e nella memoria ce lo ha regalato il cinema. E anche se quando guardiamo un film ce lo scordiamo, ciò che stiamo vedendo è un puzzle, un miscuglio di set pensato per dare l'impressione di unità di tempo e luogo (già Aristotele aveva capito che erano fondamentali per una rappresentazione). E spesso i luoghi utilizzati con la vera frontiera avevano poco a che fare. Per rendersene conto basta guardare la puntata di Storie di cinema , il programma condotto da Tatti Sanguineti, dedicata a John Ford (1894-1973) che del western moderno è stato uno dei padri nobili (andrà in onda domani su Iris alle 22,30). Per raccontare i grandi capolavori del regista, Sanguineti si avvale dell'aiuto di Carlo Gaberscek, studioso di Udine che è considerato il massimo esperto di location di film sulla frontiera.

Nel caso di Ford, la puntata spiega come il centro geografico del suo immaginario su cowboys e indiani fosse la Monument Valley, posizionata tra Utah e Arizona. Isolatissima e selvaggia, ha poco a che fare con la storia reale dei pionieri. Eppure essendo lo sfondo di Ombre Rosse , di Sfida infernale e de Il massacro di Fort Apache quando sognate di essere uno sceriffo, nella vostra mente vedete sempre le sue formazioni rocciose. Ford se ne innamorò poco prima di girare Ombre rosse (1939) anche se la location era molto lontana dagli studi hollywoodiani. Le sequenze a cavallo furono realizzate lanciando automobili (con cineprese a bordo) su sentieri sterrati a velocità vertiginose. Del resto, all'epoca, nella zona vi era solo una strada bianca che compare anche in alcune sequenze del film... Ma nacque un capolavoro. Poi il tutto venne mischiato con le riprese fatte negli studios e in location desertiche della California. Era nato un West immaginario che mischiava abilmente contesti molto diversi. Fu così che nacque il classico triangolo di alture squadrate formato da West Mitten, East Mitten e Merrick Butte. Se lo vedete, mettete immediatamente mano alla colt. Esiste anche un apposito Jhon Ford point per ammirarle.

Il posto piacque così tanto a Ford che volle girarci anche Sfida infernale . Prende spunto dal famoso episodio della Sfida all'O.K. Corral e dai personaggi realmente esistiti di Wyatt Earp e Doc Holliday. Ergo avrebbe avuto senso girarlo a Tombstone. Invece Ford pretese la ricostruzione di una Tombstone molto geometrica e con tanto di giganteschi cactus saguaro, importati alla bisogna, proprio nella Monument Valley. E non fu il solo a fare scelte simili. Quando guardate The Alamo di John Wayne non state guardando la vera missione ma quella ricostruita vicino a Brackettville (Texas) che ancora oggi è un'attrazione turistica.

Leggendo i libri di Gaberscek come Sentieri del West (edizioni Biblioteca dell'immagine) oppure Il vicino West (edizioni Ribis) si scopre che la nostra idea filmica della frontiera è proprio un patchwork di location diversissime (molto per comodità venne girato in California) e a volte anche extra americane. Moltissimi western, per questione di costo, sono stati girati in Spagna (il vicino West a cui allude uno dei titoli di Gaberscek). Ad esempio l'Almería ha ospitato un sacco di produzioni. Venne addirittura costruito un «Fuerte de Laurentiis» servito per il film Sledge e per altre produzioni spaghetti western.

Anche il Castillo de San Felipe (verissimo e costruito nel '700 per difendersi dai pirati) finì per trasformarsi nella prigione di Yuma per il film Da uomo a uomo (1967). E questo senza contare i film tedeschi girati in Jugoslavia. Insomma il West non esiste, è un sogno in cinemascope con molto cartongesso sullo sfondo. Ecco perché lo inseguiamo sempre.

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