Prima visione

Certo non è roba per i cinefili snob che in questi giorni fanno la fila per sorbirsi le micidiali pizze coreane del fresco Festival di Cannes. Infatti Un’estate ai Caraibi, dei maltrattati fratelli Vanzina, figli di tanto Steno, è divertente, anzi, molto divertente. L’anno scorso la collaudata coppia Enrico&Carlo con Un’estate al mare fece sobbalzare all’insù il fiacco botteghino di luglio, ora ci riprova con un altro cinecocomero, più riuscito del precedente, destinato a finire in cima all’hit parade. A colpi di risate.
Se allora gli episodi erano sette, sparpagliati e giù per l’Italia balneare, le nuove storielle, che stavolta si intrecciano di continuo, si sono ridotte a cinque, tutte ambientate ad Antigua. Ecco dunque arrivare ai Caraibi, finalmente sfuggito alla gelosissima moglie, il dentista napoletano Vincenzo (Biagio Izzo) sottobraccio all’irritata amante Anna (Alena Seredova). C’è poi il bancario terroncello, ma residente a Pavia, Roby (Carlo Buccirosso), intenzionato a far follie nell’ultimo mese di vita, ignaro che l’amico radiologo Giacomo (Enrico Bertolino) gli ha consegnato la lastra sbagliata. Il dj livornese Max (Paolo Ruffini), su suggerimento del collega Tommy (Paolo Conticini), è partito per scordare la bionda commessa Laura (Martina Stella) che lo ha piantato; mentre il trafficone romano Remo Santucci (Maurizio Mattioli) si è trascinato in vacanza il remissivo autista lacchè Angelo (Enrico Brignano). Infine c’è un altro romano, da tempo trapiantato, il truffatore Alberto (Gigi Proietti), che imbroglia i turisti boccaloni con la complicità dell’orfanello Morgan. Nel cast anche Isabella Andreani. Quasi inutile dire che le sorprese si susseguono in ogni sketch, con l’aggiunta di nuovi personaggi e di svariate valchirie coscialunga, un paio afflitte da insolita cellulite. Qualche aggancio all’attualità è del tutto innocuo, tipo il sosia di Berlusconi, tormentato da un ascesso, che si presta a tener bordone al dentista fedifrago, o la Seredova che raccomanda il suo Buffon al miglior offerente.

Non manca un affettuoso omaggio al grande cinema degli anni Sessanta (lo schiaffone assestato da Brignano a Mattioli ricicla quello di Sordi a Claudio Gora in Una vita difficile) o addirittura al teatro di Gilberto Govi (lo scambio delle lastre era al centro di Colpi di timone). Insomma un film davvero piacevole con un cast di immediata simpatia e parolacce al minimo storico. Cosa volere di più di questi tempi?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica