Prima visione

Film a lunga gestazione, sette anni fra scrittura, realizzazione e uscita, Outlander (Alieno)- L’ultimo vichingo di Howard Mc Cain appare un’estate dopo quella della sua non memorabile presentazione al Festival di Locarno.
Girato nel 2006-2007 in Canada, il film di Mc Cain ha trovato stentatamente i fondi necessari e questo solo grazie al successo della trilogia del Signore degli Anelli, di cui Outlander riprende l’ambientazione medievale.
Causa l’esiguità dell’investimento, e quindi causa le logiche limitazioni nella spettacolarità, Outlander punta non sul pubblico che vuole un’imitazione, se di un certo calibro, ma sul pubblico misto della fantasy e della fantascienza. Eppure questi due generi sono antagonisti: il primo vivendo di magia, il secondo di scienza, seppur immaginaria. Ne è derivato un film sui vichinghi, contaminato da elementi di Predator.
Messo in circolazione in questi giorni, appena prima dell’ultimo film della serie di Harry Potter, Outlander - L’ultimo vichingo vuol inserirsi nella scia di Transformers - La vendetta del caduto, ma potrà farlo solo nella gara a chi è peggiore. Comunque non la vince Outlander, se non altro perché è quasi sempre comprensibile. Il primato di peggior film a grande investimento resta quindi al superbidone di Michael Bay.
Nella categoria bidoncini, Outlander propone solo un’astronave che piomba in un lago, un astronauta che sopravvive (ma come?) e impara dolorosamente, ma all’istante, il norreno, lingua dei vichinghi; abbiamo infine un mostro, che viaggiava da clandestino con lui, che sopravvive sua volta (qui il riferimento è Alien). Ne derivano diffidenze dei vichinghi verso il nuovo arrivato, anche perché con lui sono giunte le disgrazie. Ma poi tutto si appianerà nella comune lotta.


Jim Caviezel cerca di dare un minimo di spessore al suo personaggio di uomo caduto sulla Terra. John Hurt, che è invecchiato senza più trovare parti degne di lui, si accontenta di aggiungere un altro brutto film alla sua bella carriera.

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