Cultura e Spettacoli

The Walk, l'uomo che camminò nel vuoto tra le Torri Gemelle

The Walk è il film che racconta l'incredibile storia vera di Philippe Petit, funambolo che camminò su un filo sospeso tra la cima delle Torri Gemelle rischiando la vita, senza utilizzare nessuna fune di sicurezza

The Walk, l'uomo che camminò nel vuoto tra le Torri Gemelle

The Walk è il film di Robert Zemeckis uscito nel 2015 e presentato alla Festa del Cinema di Roma in cui l'attore Joseph Gordon-Levitt presta il volto al funambolo francese Philippe Petit per raccontare un'incredibile storia vera.

Il film, che andrà in onda questa sera alle 23.00 su Rai Movie, ripercorre le tappe fondamentali che hanno portato Philippe Petit a lasciare la Francia per avventurarsi su un filo sospeso nel vuoto tra le due cime delle Torri Gemelli, il simbolo di New York abbattuto nell'attentato dell'11 settembre del 2001.

The Walk, la trama

Philippe Petit (Joseph Gordon-Levitt) sogna di camminare tra le nuvole. Con l'animo da artista, non desidera altro che diventare un ottimo funambolo. Una decisione, questa, che spinge la sua famiglia a cacciarlo di casa e a lasciarlo affrontare da solo i colpi sinistri della vita. Il giovane ragazzo cerca allora gli insegnamenti del circense Papa Rudy (Ben Kingsley) che gli insegna tutto ciò che c'è da sapere sull'arte di camminare a metri da terra, con un solo cavo d'acciaio teso come terreno su cui poggiare i piedi.

Philippe inizia così a esibirsi a Parigi in piccoli spettacoli di piazza, ma la sua grande impresa è quella di camminare sospeso tra le torri campanarie della cattedrale di Notre Dame de Paris. Il suo animo, però, è ancora alla ricerca della sfida che possa sfamare la sua ambizione. Così, un giorno, mentre è dal dentista a Parigi si imbatte nell'immagine del nuovissimo Wolrd Trade Center e delle due Torri Gemelle che svettano su New York. Il ragazzo, allora, metterà su una squadra di persone fidate e si appresta a compiere l'impresa più folle di tutte: camminare tra le Torri Gemelle, nel vuoto, a quattrocento metri d'altezza, senza nessun cavo di sicurezza.

The Walk, la vera storia di Philippe Petit

The Walk non è il primo film che racconta la storia dell'incredibile impresa di Philippe Petit. Lo aveva già fatto il documentario Man on Wire, in cui è lo stesso acrobata a raccontare la nascita della sua ambizione a camminare nel vuoto su un cavo d'acciaio. Inoltre, lo stesso Philippe Petit scrisse un libro per raccontare la sua storia, con il titolo Toccare le nuvole. Ed è a questo romanzo che il regista Robert Zemeckis si è ispirato per realizzare il suo The Walk.

L'impresa di Philippe Petit non è stata solo quella di camminare senza fune di sicurezza nel vuoto. Come racconta bene il film, il funambolo rimase sul filo d'acciaio teso per ben 45 minuti, facendo avanti e indietro. Questo perché mentre lui era alle prese con la sua impresa, la polizia aveva raggiunto le Torri Gemelle. Dei poliziotti attendevano Philippe Petit alla fine della sua camminata, sia sul lato destro che sul sinistro.

Perciò l'uomo continuò a fare su e giù nel vuoto come un criminale o un ladro che fugge dall'arresto. Inoltre Philippe Petit si inchinò anche per il pubblico che stava guardando la sua impresa quattrocento metri sotto di lui e infine si sedette per godersi lo spettacolo e, contrariamente a tutte le leggi dell'arte del funambolismo, guardare giù.

L'impresa di Philippe Petit appare ancora più incredibile se si pensa che questa traversata in cui ha rischiato di perdere la vita è stata eseguita con una ferita a un piede. Infatti, durante uno dei sopralluoghi alle Torri Gemelle, Philippe Petit finì con un chiodo arrugginito nella pianta del piede. Ecco come lo racconta egli stesso nel suo libro: "Durante uno dei miei giri attorno alle torri un grosso chiodo arrugginito mi si conficca nel piede destro. Rotolo a terra, più per la rabbia che per il dolore: ah, quanto sono scemo! Addio alle ricerche, addio al coup!".

Ma neanche l'incidente riesce a fermare l'ambizione dell'uomo: Philippe Petit prende il suo infortunio e lo trasforma in una possibilità: con le stampelle diventa quasi invisibile. Nessuno penserebbe male di un uomo che è costretto a camminare con l'ausilio delle stampelle. Questo allora gli permette di entrare indisturbato all'interno delle Torri Gemelle, di raggiungerne la cima senza essere guardato con sospetto. E a dispetto degli ostacoli e del dolore iniziale, alla fine l'uomo riesce nell'impossibile, regalando alla storia un'impresa difficile da dimenticare. Camminare nel vuoto, rischiando la vita, nello spazio creatosi tra due torri diventate non solo il simbolo di una città, ma anche di una precisa epoca storica.

L'impresa di Philippe Petit si lega così a doppia mandata al destino delle Torri Gemelle: un destino crudele e avverso che lo stesso Petit ha commentato, scrivendo: "Quando le torri torneranno a fare solletico alle nuvole in coppia, mi offro di camminare ancora, per riunire ed esprimere la voce dei costruttori. Insieme ci godremo un aereo canto di vittoria. Porterò la mia vita attraverso quel filo, così come la vita tua e quelle di tutti noi, passate, presenti e future. Le vite perdute e quelle che da allora sono arrivate. Possiamo vincere".

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