Lo spettacolo del potere secondo la gens Aemilia

Il termine basilica è nel linguaggio corrente usato spesso come sinonimo di chiesa, ma in architettura designa un edificio tipico del mondo romano, destinato ad attività pubbliche, costituito da una vasta aula coperta, generalmente divisa in navate longitudinali da file di colonne o pilastri. Alla Basilica Aemilia, fondata nel 179 a.C. nel Foro Romano, è dedicata la mostra allestita nella Curia Iulia «Memorie di Roma. Gli Aemilii e la Basilica nel Foro» (fino al 26 settembre). L’esposizione vuole ricordare l’importanza di quest’edificio, che divenne un modello imitato in tutto l’impero. Sono esposti, in particolare, parti del fregio che decorava la basilica, con scene relative alle origini di Roma, tra cui il Ratto delle Sabine e la Punizione di Tarpea. Il fregio, in marmo pentelico, risale probabilmente alla fine del I secolo a.C. (età augustea); alto circa 75 cm, doveva correre lungo tutta la trabeazione. Celebrava le virtù romane e allo stesso tempo le opere della gens Aemilia. Tra le statue esposte vi è quella del re Numa Pompilio, che gli Emilii ritenevano loro antenato, e altre sculture e teste provenienti da diverse basiliche (da Ercolano, Luni, Lucus Feroniae), così da dar l’idea della trasformazione dell’edificio basilicale in una sorta di palcoscenico del potere. La basilica Emilia è stata dotata per l’occasione di una nuova segnaletica e di un’illuminazione sperimentale notturna, da estendere successivamente a tutta l’area del Foro.
Il progetto si inserisce nel programma di valorizzazione del Foro Romano, del Palatino e del Colosseo, avviato dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Roma, che prevede per maggio l’apertura del Tempio di Venere e Roma e per l’estate la riapertura della Casa delle Vestali e del III ordine del Colosseo e di parte dei suoi sotterranei. Per quanto riguarda il Palatino, molte aree rimarranno per ora chiuse per motivi di sicurezza. D’altra parte il recente crollo di due ambienti relativi alle sostruzioni delle Terme di Traiano nel Colle Oppio insegnano che la messa in sicurezza delle murature è la cosa più importante.

Il soprintendente Giuseppe Proietti ha assicurato che nei due ambienti «si è già provveduto allo svuotamento delle terre dei crolli e al recupero dei materiali archeologici e si è cominciato a lavorare alla messa in sicurezza di un’area adiacente, ovvero l'area della Domus Aurea».

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