Paolo Bertuccio
Brucia ancora e fa più fumo dell'ormai famoso spinello di don Andrea Gallo a Tursi la polemica tutta genovese che vede protagonista la cosiddetta «legge Fini» sulle tossicodipendenze. L'ultima moda, tra le cariche istituzionali della città, pare essere quella di criticare apertamente la normativa pur prendendo le distanze dal gesto provocatorio del prete barricadero. Lo ha fatto alcuni giorni fa il sindaco Giuseppe Pericu, mentre ieri pomeriggio, in Consiglio provinciale, la palla è passata al presidente Alessandro Repetto. Che ha colto volentieri l'occasione, di esprimere la propria opinione fermamente contraria al provvedimento, definendolo «una legge frettolosa, che non tiene conto del parere di molte associazioni che si occupano sul campo del recupero dei tossicodipendenti».
Tutto è cominciato da una dichiarazione del capogruppo di Liguria Nuova, Marco Fallabrini, che chiedeva di esprimere solidarietà a don Gallo e approvazione nei confronti della sua iniziativa di accendersi una «canna» nel corso di un convegno a palazzo Tursi, iniziativa «che ha evidenziato clamorosamente le gravi conseguenze che la nuova normativa produrrà nei confronti della popolazione giovanile». Un bell'assist per il presidente, che, dopo aver preso le distanze, in nome del politically correct, dal sacerdote di San Benedetto al Porto («Certi protagonismi si potrebbero anche evitare») e aver ricordato la complessità di un argomento che «si presta a interpretazioni diversificate, per cui non entrerò nel merito», è effettivamente entrato nel merito e si è lanciato in una preoccupata denuncia della legge Fini, «varata all'ultimo minuto e in forma incompleta, votata con la fiducia e quindi senza la possibilità per l'opposizione di portare il proprio contributo». L'accusa si sposta poi verso la politica del governo Berlusconi: «Il carattere repressivo di questa legge è forte, e intanto a livello centrale si tagliano i finanziamenti per gli interventi sul disagio giovanile e le comunità che operano contro la tossicodipendenza. Sulla vita dei giovani - ha concluso Repetto - non si possono fare strumentalizzazioni». Critiche alla richiesta di Fallabrini, appoggiata da esponenti dei Ds e di Rifondazione, sono arrivate dall'opposizione. Il capogruppo di Forza Italia Roberto Bagnasco ha usato l'ironia: «Solidarietà a don Gallo? Io piuttosto la esprimerei all'Arcivescovo Tarcisio Bertone, che tutti i giorni fa la fatica di tenere a bada una persona che si dimentica troppo spesso della propria missione spirituale». Più conciliante Agostino Bozzo, capogruppo di An: «È vero che la legge Fini è ancora da completare e da discutere, ma l'atto di don Gallo è al di fuori di ogni regola e andrebbe assolutamente sanzionato».
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