Roma

Spoil system, direttore epurato si appella al Tar

Antonella Aldrighetti

Sull’interrogativo «molesto» che da giorni imperversa sulle bocche di alcuni consiglieri regionali - ovvero se sia lecito o no applicare il vincolo dello spoil system ai direttori generali delle aziende sanitarie - la parola passa ora alla magistratura amministrativa. Almeno per quanto riguarda il caso del direttore generale uscente dell’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini. Giandomenico Alessio, per mano del suo legale Francesco Castiello, ha presentato ieri al Tar formale ricorso contro la «rimozione forzosa» che lo vede «vittima» assieme ad altri 13 ex designati dalla giunta Storace. Il che significa, senza troppi preamboli, aver messo in discussione il diktat imposto dal presidente Piero Marrazzo che già nei giorni scorsi ha inviato una lettera ai manager ancora in carica per invitarli a preparare velocemente le valigie.
Ma il criterio per cui i «vecchi» nominati sarebbero ormai «ospiti» poco graditi dalla giunta di centrosinistra è presto detto. «Sono stato sfiduciato politicamente e non dal punto di vista tecnico - spiega rammaricato il direttore -. Se fosse stato per il mancato raggiungimento degli obiettivi avrei capito, ma su questo argomento avranno ben poco da aggiungere: è stato rispettato il budget concordato con l’ente regionale con un risparmio di 2 milioni di euro sui 493 assegnati, ridotti i costi del personale e incrementata la qualità e il numero di prestazioni. È tutto agli atti».
Questione di mera bandiera, allora? «Diciamo di fidelizzazione a certune correnti politiche, motivo per cui - incalza Alessio - ho presentato ricorso contro un provvedimento viziato da eccesso di potere, arbitrarietà, contraddittorietà e manifesta ingiustizia». Terminologia che non collima con i termini di legge ma che il manager spiega di rimando con «l’inapplicabilità dell’articolo 55 dello statuto ai direttori delle Asl regionali» e che andrebbe anche a cozzare non solo con la legge 229 del 1999, ma pure con la finanziaria 2005.
Siamo di fronte al paradosso legislativo? «Certo. Semmai fosse applicabile lo spoil system allora significherebbe che una legge regionale potrebbe essere sovrana a livello nazionale e che quindi pure il principio di costituzionalità naufragherebbe. Ed è per questo che in prima istanza s'è proceduto a chiedere al Tar la sospensiva». Quanto al pronunciamento, ci sarà da attendere almeno la fine del mese. Ma Giandomenico Alessio si dice fiducioso perché già il Consiglio di Stato nel 2000 avallò il principio di autonomia delle Asl e dei presidi ospedalieri. «Per dire che le regole imposte dallo spoil system qui non valgono mentre possono essere applicate agli enti dipendenti, agenzie e altre aziende a capitale regionale». Il direttore, poi, si lascia sfuggire che sulla stessa lunghezza d’onda del ricorso amministrativo si sarebbero «sintonizzati» altri colleghi «epurati».
Tempi duri si profilano all’orizzonte per il presidente Marrazzo, che dovrà rispondere in qualità di responsabile dell'ente regionale dinanzi ai giudici del Tar. Un inizio tortuoso, contando pure che l’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini è prima in Europa per numero di posti letto e personale. «Personale che sono stato orgoglioso di aver guidato e valorizzato, e che terrò sempre in altissima considerazione», ribatte Alessio pensando già al passaggio di consegne al successore. «Il 16 agosto sarò qui ad attenderlo», dice.

E, più che a malincuore, con profonda delusione per i metodi attuati dalla giunta ulivista.

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